
Prandelli, sollecitato per l’ennesima volta a spiegare il suo codice etico, è stato categorico: “Non voglio colpi di testa”. E il barese in tal senso non rappresenta il massimo delle garanzie: basta pensare ai divorzi burrascosi avuti da Sampdoria e Milan ed a quello non proprio idilliaco, non tanto con l’Inter, quanto con Walter Mazzarri, accusato dal fantasista di non aver puntato su di lui nonostante presunte promesse ricevute. A ciò vanno aggiunte le strizzate d’occhio continue date alla Sampdoria (sì, proprio il club del divorzio traumatico) proprio mentre entrava nei cuori dei tifosi del Parma, che per un periodo lo hanno preso di mira, per poi perdonarlo solo in virtù delle sue prodezze. Insomma, Fantantonio è un tipo che alla casella diplomazia è solito iscrivere il classico ‘zero spaccato’. Dice quello che pensa e prima di farlo, come spiegò egli stesso nel suo libro di ‘cassanate’, è solito contare fino a uno…
Non il massimo per uno spogliatoio come quello della Nazionale. Buffon, Pirlo, gli altri senatori che hanno voce in capitolo, hanno tuttavia capito le ragioni del ritorno. Tutte situazioni che per Prandelli significano un lavoro ad ampio spettro: convinti i big ad accettare il cavallo di ritorno, va convinto il cavallo stesso a moderare i propri atteggiamenti. Il tecnico del resto ha sempre creduto in Cassano. Lo ha aspettato quando ebbe il problema cardiologico che ne mise a rischio la carriera, lo ha portato agli Europei. Proprio la finale persa a Kiev con la Spagna rappresenta l’ultima gara in azzurro del barese. E’ passato un anno e mezzo, sembrava che ormai le porte fossero chiuse, ma Prandelli gli darà un’altra chance. Nei prossimi giorni ci sarà un colloquio chiarificatore, cui seguirà la convocazione per uno stage: è la tappa decisiva che porta verso il Brasile.