Ecco le ultime in merito ad un inaspettato sviluppo che potrebbe impattare clamorosamente sul calcio europeo.
All’interno di un business da miliardi di euro occorrono delle regole ben precise, che, seppur poco romantiche, risultano inevitabili per evitare (o per meglio dire “limitare”) che abbiano luogo dinamiche oblique e svolgimenti iniqui.
Da qualche anno a questa parte, oltre alle regole che hanno sempre caratterizzato il rettangolo verde, il calcio europeo ha introdotto al suo interno una serie di paletti finanziari con lo scopo di evitare buchi di bilancio astronomici e, dunque, per tentare di bilanciare gli affari in entrata e quelli in uscita per ogni club.

Un provvedimento scaturito anche e soprattutto per via dell’approdo nel mercato del Vecchio Continente di gruppi di investimento mastodontici (in particolare arabi e americani), il cui spazio di manovra sul piano economico appariva sostanzialmente illimitato.
I paletti imposti, tuttavia, non hanno riscontrato particolare successo tra le dirigenze più blasonate d’Europa che, più volte, si sono trovate sul filo del rasoio. Alcune di queste, peraltro, sono arrivate persino a violarli, per poi ritrovarsi ad incorrere in importanti decurtazioni di punti e multe salatissime. Ecco le ultime su un nuovo caso che potrebbe scuotere gli equilibri del calcio europeo.
Il Chelsea rischia grosso: violati i limiti di perdita imposti dalla UEFA
La UEFA è stata chiara: un club può perdere soltanto fino ad una determinata quantità di capitale sul mercato, il che vuol dire che, nel caso in cui una società abbia intenzione di investire ingenti quantità di denaro per plasmare la rosa dei propri sogni, sarà necessario anche incassare simili cifre nel mercato in uscita.
Un concetto che, negli ultimi anni, sostanzialmente tutti hanno tentato di aggirare con soluzioni alle volte piuttosto creative (ricordiamo il passaggio di Neymar dal Barca al PSG).

Il Chelsea, dal canto suo, ha tentato di risanare il bilancio vendendo la propria squadra femminile ad una società affiliata per 200 milioni di sterline, il che, al contrario di quanto i vertici londinesi avevano creduto, non è stato valutando positivamente dalla UEFA.
Secondo quanto riportato dal thetimes, pare infatti che la UEFA non inserirà la vendita della squadra femminile tra i redditi dei Blues. In questo momento, dunque, il Chelsea starebbe violando i limiti di perdita imposti dal Fair Play, il che, per evitare esclusioni o sanzioni importanti, costringerà i londinesi a trattare per un accordo risolutivo.