Nel corso della prossima sessione di mercato Sir Claudio è pronto a ribaltare da cima a fondo l’organico giallorosso
Dovbyk o non Dovbyk? Questo è il dilemma… Il bomber ucraino ha letteralmente spaccato in due la città eterna nel corso della sua controversa esperienza in giallorosso.
Che l’ex Girona non abbia ancora conquistato una reale e solida sintonia calcistica con il resto del gruppo appare chiaro a chiunque abbia osservato i giallorossi giocare – c’è tuttavia da notificare che, quando in coppia con Paulo Dybala, il numero 11 giallorosso abbia spesso inanellato una serie di scambi di alto livello, caratterizzati da qualità e rapidità (basti pensare al prezioso servizio che ha permesso alla Joya di punire il Milan all’angolino) -, tuttavia vi sono gremite fazioni all’interno della tifoseria che continuano a sperare che Sir Claudio, o il suo successore, prima o poi riesca a mettere a punto un sistema di gioco che esalti le qualità del classe 1997.
Un tema di particolare attualità, che risulterà decisivo sia per confermare o meno il futuro di Dovbyk in maglia giallorossa, sia in ottica mercato, dato che i vertici giallorossi, anche nel caso in cui l’ex capocannoniere della Liga resti nella città eterna, hanno intenzione di portare a Trigoria un altro attaccante.
In tal senso è necessario comprendere se si preferirà optare per un vice Dovbyk, oppure per un centravanti atipico che possa fungere da complementare in un attacco a due (dunque qualcuno che risulti agile e abile nel danzare tra gli spazi stretti) o, nel caso in cui Dovbyk rimanga in panchina, da falso nueve. Ecco le ultime su uno dei profili già segnati sul taccuino di Florent Ghioslfi, le cui caratteristiche sembrerebbero sposarsi a pieno con quest’ultima prospettiva (quella del compagno d’attacco complementare e del falso nueve).
Uno dei nomi più chiacchierati della scorsa sessione di mercato è senza dubbio alcuno quello di Giacomo Raspadori, il quale ha incontrato più di una difficoltà nella sua esperienza partenopea sotto la gestione Conte.
L’adozione da parte dell’ex tecnico della Juventus del 4-3-3 ha indubbiamente limitato lo spazio di manovra di Raspadori, il quale si è trovato raramente nella condizione di incidere. Non è un caso che, nelle rare occasioni in cui Conte è tornato al suo amato 3-5-2, i minuti in campo e la qualità delle prestazioni dell’ex Sassuolo sono andati crescendo esponenzialmente.
La preziosa capacità di girare con qualità intorno alla punta principale (Lukaku in questo caso, Dovbyk nell’eventualità di un passaggio alla Roma) potrebbe rivelarsi un’arma letale per chiunque abbia intenzione di coinvolgere Raspadori nel proprio progetto e, difatti, Mirko Calemme, nel corso di una dichiarazione a Napoli zone 19, ha dichiarato: “Vanno fatte valutazioni su Raspadori, perché tutto dipenderà da come giocherà il Napoli in futuro. Il 3-5-2, soluzione d’emergenza, funziona per Raspadori ma non funziona per il resto. Raspadori può fare 10-15 gol se messo in condizione, ma non puoi penalizzare il resto della squadra.
Calemme conclude: “Se il Napoli non giocherà con 2 punte, per me Raspadori dovrà chiedere di andare via. Non è un esterno, se lo metti mezzala non rende. Lui è bravo nello stretto, ha facilità di tiro clamorosa. Mi ricorda Aguero, in mezzo tocco vede la porta e tira”.
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