Prosegue il momento complicato della Juventus, sconfitta anche dalla Fiorentina e sempre più al centro di vibranti polemiche
Harakiri Juventus. I tre schiaffi con i quali la Fiorentina ha rimesso a nudo tutte le difficoltà della compagine di Thiago Motta ne hanno certificato ancora una volta – semmai fosse necessario – tutti i limiti strutturali. Lenti, compassati e privi di mordente, anche al ‘Franchi’ i bianconeri hanno offerto una prestazione sottotono, subendo il sorpasso del Bologna in classifica.

Neanche alcuni cambi tattici – di fatto mai applicati nella sostanza e lasciati svanire solo nel campo delle idee – hanno salvato Kolo Muani e compagni dalla seconda batosta consecutiva, dopo la clamorosa sconfitta casalinga patita per mano dell’Atalanta, poi sconfitta in ‘scioltezza’ dall’Inter. Inevitabile che le attenzioni mediatiche siano ora rivolte alla posizione di Thiago Motta. Nel post partita Cristiano Giuntoli ha rilanciato la bontà del progetto, sostenendo come sia necessario compattare l’ambiente con ancora Motta alla guida: “In questi momenti dobbiamo stare tutti uniti, siamo molto dispiaciuti per le ultime due gare sotto livello in un’annata di alti e bassi. Siamo convinti di poterne uscire tutti insieme con Thiago Motta“. Bloccata sul nascere ogni possibilità di esonero entro la fine della stagione? Solo in parte.
Thiago Motta confermato, ma occhio alla voce ‘traghettatore’: tutte le ipotesi
Con un campionato tutt’altro che in discesa – che prevede tra le altre anche la Roma – la Juve rischia di veder ridimensionati in maniera importanti le sue velleità di classifica. Non centrare neanche il quarto posto – obiettivo minimo stagionale – rappresenterebbe un autentico bagno di sangue per le casse della ‘Vecchia Signora’. Le prossime due partite contro Genoa e Juve, sotto questo punto di vista, hanno tutta l’aria di configurarsi come passaggi cruciali.

Benché sia stata al momento accantonata, l’ipotesi di affidare la panchina della Juve a un traghettatore non è svanita a priori. Un profilo come Tudor, ad esempio, accetterebbe subito un contratto di due mesi. Traghettatore potrebbe essere anche Magnanelli, attuale allenatore della Primavera. Una scelta diverse invece implicherebbe puntare su Roberto Mancini con la possibilità di imbastire un progetto a medio-lungo termine. La sensazione è che le parole di Giuntoli – che di fatto interpreta la voce dei piani altissimi – abbiano voluto pungolare dall’interno l’ambiente per cementare il senso di responsabilità di una squadra ormai in balia delle onde. In vista della prossima stagione il cambio in panchina sembra inevitabile ma, ribadiamolo, occhio alle prossime settimane.