La super prestazione nel derby, condita dal gol che ha aperto alla Roma la strada della vittoria, cambia il futuro del Capitano giallorosso
Il coniglio dal cilindro. La mossa che non ti saresti mai aspettato, quella che di fatto ha scompaginato i piani della Lazio, convinta di impostare, sin dal fischio d’inizio, una partita diversa. Parzialmente messa in campo solo nella ripresa, quando però la Roma, mai squadra con la S maiuscola come in questa occasione, si è stretta compatta a difesa del doppio vantaggio acquisito nella prima frazione. Una tattica che, seppur con qualche sofferenza e col provvidenziale contributo di Mile Svilar, ha pagato. Eccome.
Se la formazione giallorossa è riuscita da subito ad indirizzare la gara sul binario a lei più congeniale, molto lo si deve alla partenza sprint orchestrata da Paulo Dybala (entrato in modo decisivo in entrambi i gol della Roma) e alla perla assoluta dell’uomo meno atteso fino al pomeriggio, ma con gli occhi di tutto il mondo puntati addosso dalla lettura delle formazioni ufficiali. Lorenzo Pellegrini. Il numero 7. Il Capitano.
Lo stesso che, coccolato e spronato da Claudio Ranieri sia dopo il bagno di folla al ‘Tre Fontane‘ del 1 gennaio che nella conferenza stampa pre-partita, aspettava da tempo di riprendersi la Roma in una gara importante. La più importante per quegli stessi tifosi che negli ultimi mesi lo hanno dipinto come uno dei maggiori responsabili della crisi di inizio stagione. Nonché dell’allontanamento di José Mourinho prima e di Daniele De Rossi poi.
Pellegrini e l’abbraccio coi tifosi: ora cambia tutto
Sono bastati 10′, seguiti da una prestazione che, fino a che la tenuta atletica ha retto, è stata maiuscola, al ‘figlio di Roma’ (come lo ha appellato Ghisolfi nel pre-gara) per far capire che la grande occasione concessagli da Ranieri, era stata sfruttata: fantastico il destro a giro dal limite dell’area – preceduto da una finta che aveva fatto collassare l’intera difesa biancoceleste – con cui Lorenzo ha portato in vantaggio la Roma. La sua Roma. Un bacio allo stemma e tutti a centrocampo, in trincea, a portare a casa tre punti di importanza vitale.
Da giorni accreditato di una cessione a gennaio – in pressing ci sarebbe l’Inter, ma è il Napoli ad aver fatto passi concreti per ingaggiare da subito l’ex Sassuolo – Pellegrini ha cambiato il suo destino. Ha fatto capire a tutti che la sua volontà è quella di restare. Un desiderio certificato dall’abbraccio coi tifosi sotto la Sud a fine gara. E ancor prima dalla standing ovation che ha accompagnato la sua uscita dal campo al minuto 65.
In fondo, quando si parla di giocatori romani e romanisti, basta poco per riappacificarsi. Naturale farlo dopo aver segnato, e in questo modo, al derby. Con tutta la pressione sulle spalle. Che sia la pietra definitiva sul proseguimento del matrimonio con i colori giallorossi? Conte è stato già avvisato: Pellegrini non abdica.