Serata per certi versi incredibile quella vissuta da alcuni giocatori della Roma all’Olimpico: c’è anche spazio per un primato nazionale
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Indiscutibile, convincente, netta. E dire che forse il punteggio sarebbe potuto e dovuto essere più pesante, considerando l’importanza della differenza reti nella grande ammucchiata di squadre che popolano la classifica di questa prima fase di Europa League.
Con le ormai consuete mosse a sorpresa, mister Ranieri ha gettato nella mischia una formazione che ha visto contemporaneamente in campo dei giocatori che, secondo mal riposte convinzioni di qualche addetto ai lavori, mai avrebbero potuto giocare assieme.
Lorenzo Pellegrini, Niccolò Pisilli, Matìas Soulé e Paulo Dyabla hanno guidato l’attacco giallorosso ad un’affermazione che conferma gli evidenti progressi già evidenziati nelle gare precedenti, e sublimati dalla bella vittoria contro il Lecce ottenuta, sempre tra le mura amiche, appena 5 giorni prima.
E poi c’è stato lui, la grande sorpresa della serata. Schierato titolare anche per le non perfette condizioni di Zeki Celik, già uscito anzitempo nella gara contro i giallorossi del Salento, il giocatore saudita ha impressionato per corsa, iniziativa, gamba e anche per un insospettabile fiuto del gol. Al minuto 47 della sfida col Braga poi, si è fatta letteralmente la storia.
Con un bel diagonale che non ha lasciato scampo al portiere avversario Matheus – che di lì ad una manciata di minuti sarebbe poi stato espulso sempre grazie alle proiezioni offensive dell’asiatico – Saud Abdulhamid ha realizzato il gol che ha dato maggior tranquillità alla Roma per il resto della ripresa.
La sua rete, quella del 2-0, è la prima di sempre di un giocatore di nazionalità saudita nella moderna Europa League. Una soddisfazione festeggiata con una corsa sfrenata verso la bandierina del corner, coi compagni – tanto quelli in campo quanto i panchinari – che sono accorsi ad abbracciarlo per rendere il tutto ancor più emozionante.
Il gol di Abdulhamid, tanto inaspettato quanto poi celebrato sui social dai tifosi romanisti e non solo, ha scatenato paragoni impegnativi. Forse eccessivi. Ma che la dicono lunga sull’entusiasmo generato da un giocatore forse bollato troppo presto come un bidone. Come inadeguato. Come oggetto misterioso. È stata perfino scomodata una leggenda della storia giallorossa come Marcos Cafu per sottolineare la prodezza del terzino saudita. I social non mentono.
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