Il club capitolino continua il suo contenzioso legale con la società: sul piatto il mancato pagamento di una percentuale già fissata sulla cessione del giocatore
Oltre alla beffa, il danno. Rovesciando il famoso proverbio che spesso indica una sconfitta che assume successivamente i caratteri di un rimpianto, questa è forse l’espressione migliore per descrivere ciò che sta accadendo tra la Roma ed uno dei club stranieri coi quali, in passato, si è conclusa una transazione economica per la cessione di un calciatore.
Nella necessità di fare ordine sulla questione, giova ricordare che il prodotto del vivaio giallorosso, diventato poi negli anni una colonna della nazionale italiana nonché pezzo pregiato del mercato, oggi vale qualcosa come 45 milioni di euro. Ma la società giallorossa, dimostratasi nell’occasione poco lungimirante, se ne liberò per poco più di 10. Già questo configura una beffa non di poco conto, considerando che la risorsa, formatasi nelle Giovanili del club, oggi sarebbe depositario indiscusso del ruolo con qualsivoglia tecnico alla guida della squadra.
Il gioiello lasciato andar via con troppa facilità – forse uno dei più grandi errori della gestione Mourinho – è oggi, anzi da almeno 5 mesi – oggetto di un contenzioso legale che vede la Roma ancora in attesa di incassare quanto dovuto. Nel mirino degli avvocati dei Friedkin non c’è il Bologna, club che ha venduto all’Arsenal il classe 2002 per 45 milioni la scorsa estate, e nemmeno il sodalizio britannico. Gli occhi sono puntati sul Basilea, il club al quale gli americani vendettero Riccardo Calafiori nell’agosto del 2022.
Nell’edizione odierna de ‘Il Tempo’, il giornalista Filippo Biafora fa un riepilogo dell’incredibile situazione che, di fatto, sta danneggiando non poco le casse del club giallorosso.
Dalla cessione del mancino ai Gunners gli emiliani dovevano il 50% della plusvalenza agli svizzeri, che hanno quindi incassato 23,5 milioni dal trasferimento. Tra Basilea e Roma era stato però precedentemente stabilito che i giallorossi – oltre al milione del 2022 – avrebbero anche incassato il 40% della futura rivendita. I Friedkin hanno da subito preteso quindi il 40% di quei 23,5 milioni, oltre a quelli già ricevuti per il trasferimento al Bologna, con gli svizzeri che però da subito si rifutarono di pagare, nonostante la Pec dei legali romanisti.
A quasi cinque mesi dal passaggio all’Arsenal ancora non c’è traccia del versamento, con lo scontro legale che prosegue. A Trigoria sono convinti che, per come è formulato il contratto, vada in ogni caso pagata la percentuale su ogni incasso relativo a Riccardo Calafiori, e che quindi prima o poi i circa 9,4 milioni dovuti dal mega trasferimento estivo in direzione Londra debbano essere incassati.
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