Il tecnico giallorosso ha parlato all’antivigilia dell’importante match di campionato contro il Lecce: non sono mancati degli spunti clamorosi
Stadio Olimpico di Roma, sabato 7 dicembre, ore 20:45: scontro diretto per la formazione giallorossa, che incontra una compagine avente i suoi stessi punti in classifica. Già, peccato che, con tutto il rispetto della formazione salentina che arriverà nella Capitale, si tratti del Lecce, relegata al 16esimo posto a soli due punti dalla terzultima piazza.
Questo è il risultato dei primi, tribolatissimi, mesi di campionato del club capitolino, passato dalla falsa partenza sotto la gestione De Rossi, esonerato poi a sorpresa dai Friedkin, fino all’era Ivan Juric – disastrosa a dir poco – e infine agli ordini di Claudio Ranieri, il decano degli allenatori italiani che, per amore della sua Roma, è tornato ad allenare dopo aver dichiarato che non lo avrebbe più fatto.
Se la cura del tecnico testaccino ha restituito, sul campo, una squadra che ha mostrato dei progressi evidenti dal punto di vista tecnico e tattico, i risultati continuano a scarseggiare. Due le sconfitte consecutive in campionato inanellate dall’allenatore di San Saba, inframmezzate dall’ottimo pareggio in Europa League contro il Tottenham.
Sabato sera col Lecce l’imperativo è uno e uno soltanto: vincere. A tutti i costi. Per scacciare i fantasmi di una classifica da incubo e per guardare al domani con un po’ di ottimismo.
A due giorni dalla sfida dell’Olimpico, Ranieri ha parlato in conferenza stampa. Diversi, come al solito, gli spunti forniti dal mister, che ha parlato delle scelte di formazione e non solo.
Di seguito le parole del tecnico giallorosso nella conferenza stampa dal centro sportivo ‘Fulvio Bernardini’. Su Dybala e Pellegrini: “Il Capitano si sta allenando bene, è sereno, poi deciderò di volta in volta. Paulo non è un giocatore di intensità, ma di qualità. Però per come ha giocato sono contento, deve farsi trovare tra le linee, riesce a soddisfare il volere dell’allenatore e della squadra“, ha esordito l’allenatore.
Sulla gara contro il Lecce: “Non ci sono partite facili, il Lecce non molla mai. Ha vinto a Venezia e ha pareggiato con la Juventus, ha giocatori validi e che sanno lottare, inoltre c’è un allenatore che vuole far giocare la squadra a calcio. Dobbiamo essere furbi, intelligenti e determinati perché ogni palla sarà importante“.
“Voglio una squadra che vada in campo senza conoscere il nome dell’avversario, facendo il suo gioco e lottando su ogni pallone come abbiamo fatto in queste tre partite. Voglio una Roma determinata, dobbiamo essere bravi contro una squadra brava a chiudersi e a ripartire. Il Lecce è una bella squadra, quindi dobbiamo fare bene. Dicembre ci dirà chi siamo e cosa vogliamo fare“, ha proseguito.
Sulla possibilità di tornare alla difesa a quattro: “Potrebbe essere, ma non lo dico. Non do una chance in più all’avversario, mi tengo sempre la sera prima per decidere. Contro il Tottenham e l’Atalanta ho visto l’intensità che voglio e anche negli allenamenti i giocatori fanno ciò che chiedo. Oggi i ragazzi hanno fatto un grande allenamento, hanno spinto e stanno capendo le mie idee. Hanno cambiato quattro allenatori con filosofie diverse di gioco, i calciatori sono delle spugne ma non tutti recepiscono il messaggio alla stessa maniera. Per me come tu ti alleni giochi. Tutti i miei allenamenti sono a mille all’ora. Piano piano ce la faremo, ma dobbiamo sbrigarci, non c’è molto tempo”.
Ancora sul Capitano giallorosso: “Lorenzo è splendido dalla metà campo in avanti, sa fare tutto. I calciatori si allenano tutti insieme perché così ho la possibilità di scegliere durante la partita qualsiasi giocatore. Contro l’Atalanta non l’ho messo perché avevo bisogno di un giocatore box to box capace di lottare. Pellegrini lo reputo più un centrocampista da metà campo in avanti“.
Sulle condizioni di Dovbyk: “Il ragazzo a me – tranne nella fase d’attacco, dove doveva essere più deciso – ha fatto una lotta greco-romana col suo marcatore. Di duelli ne ha vinti tanti, ma il giocatore è influenzato, non so se l’avrò col Lecce. Devo capire se si allenerà o no, devo ancora prendere una decisione“.
Sulla situazione di classifica: “La classifica è lo stato attuale di tutte le squadre. Stiamo lì e lottiamo per uscire da questa situazione. Questa squadra è abituata a stare da un’altra parte della classifica, io invece le conosco entrambe. Dobbiamo lottare. Non è difficile convincere i calciatori. Ho messo dicembre come punto di riferimento. Io sono convinto che i miei giocatori risponderanno alla grande colpo su colpo, ma io sono San Tommaso e voglio toccare e credere“.
Sulla situazione infortunati: “Il calcio è in continuo cambiamento. Quello che fa Mancini a destra lo fa Ndicka a sinistra, quindi io non escludo nulla. Angelino infatti è tornato a giocare a 3 marcando Samardzic, anche se ci ha giocato 5 minuti. Tutto può accadere in una partita. Questi ragazzi possono fare tutto. Hermoso e Hummels tutto bene, Cristante sta drenando la caviglia. Vediamo se si allenerà“.
Sulla collocazione in campo di Enzo Le Fèe: “Lui ha un’ottima qualità, ed io lo vedo da metà campo in avanti in questo momento, anche se sono convinto che possa fare ciò che fecero Ancelotti e Pirlo da giovane, ovvero trasformandosi e diventando un play. Deve sfruttare quest’anno di conoscenza e sono convinto che ci darà una mano“, ha aggiunto.
Sugli errori arbitrali: “Se intervistiamo tutte le squadre, tutte si lamentano. La cosa più difficile è fare l’arbitro, bisogna saperli rispettare. Sono persone come noi e possono sbagliare. Quando giocavo io sbagliavano ancora di più. Sicuramente sbaglia anche il VAR, ma gli arbitri ora sbagliano molto meno. Ci si può lamentare ma sempre rispettandoli“.
Sulle gerarchie a centrocampo: “Paredes è un campione, lo vediamo tutti. Mi auguro che possa sempre mantenersi su questi livelli, ha fatto due partite strepitose quindi non vedo perché debba cambiare al momento. Il calcio è uno sport in continua evoluzione, non si può dire una cosa sicura al 100%. Io al momento vedo che la squadra si muove bene con Paredes e Koné“, ha rivelato.
Sulla grinta messa in campo dalla Roma nelle ultime uscite: “Per me è fondamentale. Io non sono stato un campione da calciatore, ma ci mettevo tutto in campo. Potevo sbagliare partita ma non l’impegno. A volte si può giocare bene e a volte male, ma bisogna morire sul campo e lottare fino all’ultimo secondo anche se si sta perdendo. Devono uscire dal campo dicendo ‘Io ho dato tutto me stesso’. Bisogna dare sempre il massimo“.
Infine, un saluto e un abbraccio dedicati ad Edoardo Bove: “Volevo mandare un abbraccio grande a Bove: tieni duro e siamo tutti con te”, ha concluso il tecnico.
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