Seconda sconfitta in tre gare per il tecnico romano dal suo ritorno in panchina: il problema è apparso evidente agli occhi di tutti
Una Roma organizzata, concentrata, attenta a limitare un attacco che si presentava all’Olimpico con oltre 100 gol fatti nell’anno solare 2024, ha resistito – senza nemmeno troppi affanni – all’urto della lanciatissima Atalanta per 70 minuti. Potendo anche rammaricarsi per non esser passata in vantaggi per prima quando, ad inizio ripresa, un macchinoso Dovbyk non ha sfruttato a dovere un cioccolatino regalatogli da Paulo Dybala.
Sembrava avercela fatta, la compagine giallorossa, a portare a casa almeno un punto da un confronto sulla carta impari, al cospetto della squadra forse più in forma d’Europa, non solo d’Italia. Ci si è messa, e non è la prima volta in stagione, anche una buona dose di sfortuna a distruggere i sogni di Ranieri e soci, con la maldestra deviazione di Celik su un tiro di De Roon che mai sarebbe finito alle spalle di Svilar senza l’intervento fortuito del turco.
Il tecnico di Testaccio aveva preparato bene la gara, imbrigliando l’avversaria e non disdegnando qualche ripartenza pericolosa, ma il gol quasi fortuito dell’olandese ha fatto saltare in aria il piano. Da quel momento, la Roma è praticamente sparita dal campo. Subendo nel finale anche il secondo gol ospite, firmato da uno Zaniolo – fischiatissimo da tutto lo stadio l’ex romanista – tornato al gol in Serie A dopo 763 giorni.
Insomma, non ne va bene una. Non sarebbe però corretto parlare solo di sfortuna nell’analizzare la quarta sconfitta consecutiva dei capitolini in campionato. La gara contro la Dea ha infatti detto che ci sono almeno due grandi problemi da risolvere. E prima lo si fa, prima si potrà uscire dalle sabbie mobili di una zona retrocessione che ormai dista solo due punti.
La partita dell’Olimpico è cambiata anche grazie alle sostituzioni suggerite dallo squalificato, ma presente in tribuna, Gian Piero Gasperini a ripresa in corso. L’entrata in campo di gente come lo stesso Zaniolo, Samardzic e Cuadrado, ha garantito alla Dea di mantenere altissimo il livello di qualità dei suoi interpreti. Frecce che la Roma non sembra avere al proprio arco. Non solo in panchina, ma anche in talune posizioni occupate da titolari inamovibili, ma non all’altezza della situazione.
Ne è profondamente convinto anche il Direttore del ‘Corriere dello Sport’ Ivan Zazzaroni, che ha bollato senza mezzi termini come ‘impresentabili‘ sia Celik che Eldor Shomurodov, entrato dalla panchina al posto di un evanescente Dovbyk e protagonista di una gara anonima. L’uzbeko, in passato preferito sul mercato a gente come Sorloth e Sesko, non fornisce adeguate garanzie.
Ecco perché ancora una volta e sempre di più, sarà necessario intervenire in modo massiccio sul mercato di gennaio per non disperdere quanto di buono sta seminando Ranieri dal suo arrivo. La Roma deve iniziare a guardarsi le spalle: la classifica si sta facendo pericolosamente drammatica…
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