La crisi della Roma non conosce fine: erano anni che non si registrava questo “drammatico” evento, i tifosi non ne possono più.
C’è un segnale che preoccupa la Roma tanto quanto una sconfitta sul campo: lo stadio Olimpico, finora sempre sold out per sostenere i giallorossi, domani potrebbe non vedere il solito tutto esaurito nella sfida contro il Bologna.
Non è un buon segno, soprattutto per una squadra abituata ad avere al proprio fianco un tifo appassionato e devoto, pronto a fare chilometri e sacrifici per essere presente. Perché questa volta, però, la risposta del pubblico non sembra all’altezza delle aspettative?
Per capire la portata di questo fenomeno, basta fare un passo indietro. Pensiamo a quanto accaduto lo scorso anno: perfino in partite di Coppa Italia, come Roma-Cremonese, lo stadio era gremito di tifosi. In ogni competizione, anche nelle sfide apparentemente meno rilevanti, il cuore dei romanisti batteva forte sugli spalti. Ma domani, per la prima volta da molto tempo, questo affetto incondizionato sembra stia vivendo una battuta d’arresto.
Questa disaffezione è un segnale preoccupante per la proprietà, che fino ad ora ha potuto contare sul sostegno senza riserve dei tifosi. È noto che il pubblico romanista, al di là delle difficoltà e delle delusioni, non abbandona mai la squadra. Ma il rischio che il tifo possa disamorarsi è più che una remota possibilità: il calore giallorosso sembra iniziare a vacillare sotto il peso di una crisi che appare sempre più profonda e senza soluzione all’orizzonte.
In molti vedono il problema nella mancanza di un progetto stabile. Si fanno nomi illustri come quelli di Sosa, Roberto Mancini e persino di un ritorno di Daniele De Rossi o addirittura José Mourinho, ma nessuno sembra parlare di un piano chiaro, una visione che possa ridare linfa a un club dal glorioso passato. Un cambiamento di tecnico potrebbe essere un rattoppo momentaneo, ma ciò che i tifosi cercano è un progetto a lungo termine, una direzione che li faccia tornare a sognare.
Domani, nella sfida con il Bologna, la Roma ha l’opportunità di dare una risposta, sul campo e fuori. Il calore e l’entusiasmo della Curva Sud sono stati storicamente l’arma in più per i giallorossi, ma l’ormai quasi certo mancato sold out potrebbe rappresentare una svolta decisamente negativa e ancor più preoccupante. Questi vuoti sugli spalti sarebbero una dolorosa conferma del tangibile distacco dei tifosi, sempre meno propensi a sostenere una squadra che fatica a trovare una direzione chiara e un’identità solida e che sopratutto non li rappresenta.
La crisi della Roma non è solo una questione di risultati, ma di identità. I tifosi vogliono una squadra che lotti, che creda in un progetto solido, e che rispecchi la passione che loro mettono nel tifo ogni giorno. In gioco non c’è solo la partita con il Bologna, ma la possibilità di riaccendere la fiamma di un amore che ora sembra in pericolo.
La Roma deve guardare oltre i singoli nomi e costruire un progetto che dia sicurezza e prospettiva. La fiducia dei tifosi è un bene prezioso e rischiare di perderla sarebbe un errore imperdonabile per una squadra che ha sempre fatto del legame con il pubblico la sua forza principale. Vedremo se domani lo stadio si riempirà di nuovo, o se, come sembra, il vuoto sugli spalti sarà il sintomo di una crisi che va ben oltre i risultati sul campo.
La speranza è che i tifosi tornino a riempire l’Olimpico e che la proprietà comprenda quanto sia importante costruire un progetto che li faccia sentire partecipi e fieri di essere romanisti.
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