L’ennesima prestazione deludente della sua Roma alimenta le critiche nei confronti del tecnico croato: scelte inspiegabili anche a Bruxelles
Chiamata a vincere contro una squadra modesta, relegata al 29esimo posto della ‘League phase’ e balbettante anche in campionato – una situazione condivisa anche dalla formazione giallorossa – la Roma di Ivan Juric ha fallito ancora una volta l’appuntamento con i tre punti.
Come contro l’Athletic Club, e come contro il Monza, i giocatori sono stati incapaci di preservare quel vantaggio minimo, striminzito, ottenuto grazie all’incornata di Gianluca Mancini, per portare a casa il risultato pieno. Stavolta, sul banco degli imputati, è salito anche uno dei calciatori più positivi di questo orripilante inizio di stagione: Mile Svilar, che con la sua goffa scivolata in uscita ha di fatto regalato il pareggio al modesto Union SG.
Certo, le responsabilità di Celik, deputato a marcare il suo avversario, non sono trascurabili: far segnare di testa, da palla ferma, un calciatore alto 172 cm, è certamente un errore da matita rossa.
A lasciar perplessi, per usare un eufemismo, sono state però le scelte di formazione – e le decisioni assunte a gara in corso – da un allenatore che sembra sempre più in confusione. La nuova esclusione di Mats Hummels, a cui Juric ha preferito addirittura Bryan Cristante nei tre dietro, e di Paulo Dybala, nemmeno entrato nonostante si dovesse cercare la vittoria nei minuti finali, ha sconcertato l’ambiente.
Saremmo ripetitivi se dicessimo che il tecnico ha le ore contate. Che il prossimo match col Bologna rappresenta l’ultima spiaggia per l’ex mister di Verona e Torino, ma Juric è di fatto un uomo solo. Una condizione che, al di là dello scetticismo della piazza, manifestato senza troppa diplomazia al suo arrivo, l’allenatore sta alimentando a suon di errori.
Da Hummels a Dybala, tutti gli errori di Juric: stampa scatenata
Dalle colonne del ‘Corriere dello Sport’, il direttore Ivan Zazzaroni ha manifestato tutti i suoi dubbi relativamente alla condizione del tecnico. Non nascondendo la sua delusione per delle scelte che sono sembrate davvero incomprensibili. All’allenatore si imputa la colpa di comportarsi quasi sottovalutando le urgenze del momento e la necessità di dare un segnale. Di tornare alla vittoria. Di riprendersi un gruppo che pare non seguirlo più. Se mai lo avesse effettivamente fatto prima.
“La questione delle scelte è il punto centrale e alimenta perplessità e interrogativi. Juric sa bene di essere a tempo eppure si comporta come se si sentisse sicuro del posto e non in discussione. Un tecnico da programmazione a lungo termine insomma. I media continuano a moltiplicare le sue ultime spiagge, ma lui rinuncia all’ombrellone e agli occhiali da sole: non si protegge dai raggi spesso ustionanti di Friedkin“, ha scritto sul quotidiano Zazzaroni.
“Io Ivan non lo capisco più. Ha parlato di ricerca della positività sapendo di aver rinunciato (un’altra volta) a Dybala. Uno che la positività la esprime soltanto con la presenza, oltre che con un talento unico e irrinunciabile. Hummels si è visto superare anche da Cristante che, per carità, il centrale difensivo lo può fare, ma solo se la squadra è in assenza di specialisti. Non nutro pregiudizi nei confronti di Juric, e penso di essere tra i pochi in circolazione. Lo considero un allenatore preparato e un uomo leale e diretto. Che sia davvero l’aria di Trigoria?”, ha concluso ironicamente il direttore.