Di recente sono emersi dei clamorosi retroscena in merito all’esperienza di un calciatore tra le fila dell’organico giallorosso
La stagione corrente potrebbe essere presa a fulgido esempio delle distorte dinamiche che sovente vengono a crearsi nella città eterna, dove la vita dei calciatori giallorossi può definirsi quantomeno movimentata.
La caratteristica ossessione del popolo giallorosso nei confronti della componente calcistica della capitale spesso carica di inaspettate responsabilità i componenti della rosa, spesso intimoriti dall’opprimente attenzione di Radio, tifosi e media.
Difficile in tal senso non tornare alla mente alla prima controversa stagione in giallorosso di Edin Dzeko, il quale, prima di incantare la capitale con le proprie marcature e una rara intelligenza calcistica, sembrava aver seppellito il proprio inestimabile talento sotto una massiccia dose di paura e ansia da prestazione.
Il cigno di Sarajevo è soltanto uno degli innumerevoli esempi che hanno caratterizzato la storia giallorossa e, di recente, è emersa una clamorosa testimonianza di uno dei calciatori più noti della storia della Roma.
Chivu confessa i disagi a Roma: “Ho chiesto aiuto ad uno psicologo”
Nel corso di un’intervista condotta da Cronache di Spogliatoio, Cristian Chivu – ex difensore della Roma dal 2003 al 2007 – ha confessato i disagi psicologici riscontrati nella città eterna.
L’ex Inter ha dichiarato: “Tutto nacque da un’intervista rilasciata dopo il passaggio di Capello alla Juventus: mi chiesero se mi sarebbe piaciuto lavorare ancora con lui, che mi aveva portato in Italia, in futuro. Io risposi che era un grande allenatore e che mi avrebbe fatto piacere essere ancora allenato da lui. Il titolo del giornale del giorno dopo fu ‘Chivu alla Juventus’”.
Chivu prosegue: “Da quel momento in poi all’Olimpico iniziarono a fischiarmi in 80 mila, senza sapere i sacrifici che avevo fatto per la squadra. Finivo le partite e vomitavo per un senso di ingiustizia che sentivo nei miei confronti, provavo stress, ansia e rabbia. Ho dovuto chiedere aiuto perché non ce la facevo da solo. Mi sono rivolto ad uno psicologo”.