Fuga dalla Roma e maxi plusvalenza: 70 milioni di euro nelle casse giallorosse ma due punti fermi in meno. Ecco lo scenario clamoroso
Non c’è pace per la Roma: una stagione nata malissimo e che sta continuando peggio. E giovedì si torna a scendere in campo nella quarta giornata dell’Europa League contro l’Union Saint Gilloise in Belgio. La prima trasferta europea è andata male: sconfitta contro l’Elfsborg. E la Roma non ci arriva a questa seconda nel migliore dei modi.
Europa League, dicevamo: sì, perché nemmeno lo scorso anno la squadra è riuscita a centrare la qualificazione alla Champions League nonostante le italiane hanno avuto uno slot in più. Niente da fare, nemmeno tra le prime cinque i giallorossi sono riusciti a chiudere e quest’anno l’andazzo è identico. Quelle che stanno davanti vincono senza grosse difficoltà e camminano: la Roma perde a Verona una partita brutta, indirizzata senza dubbio da alcune scelte arbitrali che, però, non possono proprio essere un alibi.
Calciomercato Roma: due sacrificati per la plusvalenza
Ed è proprio la Champions League, secondo il Corriere della Sera, che potrebbe indirizzare anche le strategie di mercato della prossima stagione. Un altro anno senza i profitti della massima competizione europea potrebbe costringere il club a piazzare una plusvalenza importante: e in questo momento quelli che potrebbero regalare un bel po’ di soldini sono due: Svilar e Ndicka. Il primo è valutato sui 35-40 milioni, per il difensore invece si parte da una base di 30.
Entrambi infatti sono arrivati a parametro zero e sono due punti fermi della Roma: il primo in più di un’occasione sta tenendo a galla la squadra con le sue parate oppure evita passivi ancora più pesanti (vedi Firenze); il secondo anche come centrale (con un leggero calo nelle ultime due uscite) ha dimostrato di essere un elemento affidabile. Uno dei due quindi, nel caso nemmeno il prossimo anno la squadra dovesse giocare la coppa dalle grandi orecchie, potrebbe essere sacrificato. Una plusvalenza totale, una di quelle che fanno sorridere le società. Un po’ meno i tifosi, che avrebbero un paio di punti fermi in meno su cui sperare.