Una nuova polemica investe il mondo arbitrale, già nella bufera da settimane: tra proteste e partita sospesa, è arrivata anche una maxi squalifica
Non c’è pace, sin dalle prime partite stagionali, per la classe arbitrale italiana. Praticamente ogni settimana i fischietti salgono sul banco degli imputati per delle decisioni talvolta inspiegabili. Anche quando la responsabilità dell’arbitro può esser fatta salva, il vortice delle critiche si sposta sull’addetto al VAR e sull’utilizzo della tecnologia in generale. Che alle volte, così dicono i protagonisti di feroci polemiche, sarebbe troppo discrezionale.
Nelle ultime giornate di campionato le rimostranze maggiori sono arrivate dall’Allianz Stadium in occasione di Juventus-Lazio, e dall’U-Power Stadium di Monza, teatro dell’anticipo serale del sabato tra Monza e Milan.
Nel primo caso fu il club capitolino, per bocca del Ds Fabiani, a lamentare una mancata uniformità di valutazione, non solo di giudizio, su quando fosse opportuno che l’arbitro fosse richiamato all’on field review. Nella serata di Monza, invece, è toccato al tecnico dei brianzoli Alessandro Nesta alzare la voce a fine gara per via del discusso gol annullato a Dany Mota dopo pochi minuti di gioco. Quando il punteggio era ancora fermo sullo 0-0.
“Si sta rovinando il calcio. Il calcio è un gioco di contatto. Si deve tornare a giocare come un tempo. Alla gente non piace vedere le partite spezzettate da mille falli. Ora si pensa all’unghia, al centimetro. Dopo Bergamo gli arbitri ci hanno mandato un messaggio per chiederci scusa. E poi, oggi: il fallo di oggi che fallo è? Il calcio lo stanno complicando“, le parole del campione del mondo.
Anche nelle serie minori, in cui tradizionalmente le proteste assumono carattere violento, condite spesso da contatti fisici deprecabili tra giocatori e direttori di gara, sta succedendo di tutto. L’ultimo episodio si è verificato nella categoria Under 17 Allievi, nel corso del match tra Porto Torres e Civitas Tempio, interrotta domenica scorsa al 69’ sul punteggio di 3-2 per i padroni di casa, che hanno ottenuto la vittoria a tavolino.
Come da comunicato ufficiale, l’arbitro donna ‘ha ritenuto di non poter proseguire nella direzione di gara‘, facendo rientrare le squadre negli spogliatoi dopo che un giocatore della squadra ospite era stato espulso per averla insultata. Dopo il referto stilato a fine match però, il Giudice Sportivo, oltre a certificare la sconfitta per 3-0 a tavolino del Civitas Tempio, ha dato 300 euro di multa agli ospiti per responsabilità oggettiva.
Aggiungendo anche l’inibizione del dirigente Massimo Mundula (assistente arbitrale di parte durante il match) fino al 26 febbraio 2025 per ‘grave condotta ingiuriosa e minacciosa posta in essere dopo la sospensione della gara‘. La Civitas Tempio, pur ammettendo il comportamento sconveniente dell’ultimo giocatore espulso, ha protestato perché, pur restando in 7 in campo per via di precedenti cacciate dal campo, avrebbe voluto continuare il match. Ma l’arbitro ha disposto la sospensione non ritenendo ci fossero le condizioni per proseguire.
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