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Roma-Torino, dal caso Mancini e Cristante all’esonero: la conferenza di Juric LIVE

A poco più di un giorno dalla delicata sfida con il Torino di Vanoli, Ivan Juric ha risposto ai vari dubbi nella conferenza stampa della vigilia

Ad Ivan Juric sembrerebbe restare una sola opzione per salvare il proprio ruolo all’interno dell‘Associazione Sportiva Roma: vincere.

Il mancato passaggio dei Friedkin nella capitale avrebbe confermato la temporanea permanenza dell’ex tecnico del Torino, il quale nella sera di Halloween dovrà affrontare proprio la sua ex squadra granata. L’unico esito possibile, come anche per il match contro il Verona che attende la Roma nel weekend, sono i tre punti.

Roma-Torino, dal caso Mancinie e Cristante all’esonero: la conferenza di Juric LIVE(Ansafoto) – Asromalive.it

Difatti ci risulta credibile rivedere Juric in panchina tra una settimana solo e soltanto nel caso in cui i giallorossi usciranno vittoriosi dai due confronti appena citati.

La clamorosa debacle con la Fiorentina ha irrimediabilmente gravato sull’umore della tifoseria, che in questo momento appare critica e poco comprensiva nei confronti di Juric, della società e dei calciatori. Nel corso della conferenza stampa alla vigilia di Roma-Torino il tecnico croato ha affrontato le conseguenze mediatiche di un momento negativo, rispondendo ai vari temi caldi che hanno caratterizzato gli ultimi giorni.

Le parole di Juric

Si inizia dal dubbio stato di salute della squadra, reduce dalla clamorosa debacla con la Fiorentina: “Rivedendo le immagino è evidente che ci sia stato un crollo emotivo. Dopo quaranta giorni di buon lavoro mi aspettavo altre cose. Un crollo emotivo a volte può essere una svolta in positivo, meglio che perdere 1-0 e nascondere qualcosa che c’è da tempo“.

Si parla poi di come affrontare il match di Halloween contro i granata: “Il Torino è una realtà consolidata, abbiamo fatto un bel lavoro lì tre anni. Hanno fatto buoni acquisti, è una squadra di valore e di idee, dobbiamo stare attenti ai particolari, sia tatticamente sia a livello emotivo“.

Si parla ovviamente del possibile esonero e dell’atmosfera malsana vigente a Trigoria: “Sull’esonero? Non ci penso proprio, faccio il mio lavoro, quello che succede succede. La rosa della Roma non si può permettere esclusioni, anzi. Dobbiamo portare tutti dentro, capire il significato della maglia, del posto. Non escludere, ma far presente quello che bisogna fare in questo momento

Impossibile non porre l’accento sulle rumorose voci relative agli scontri fisici e verbali tra Juric e alcuni senatori della rosa: “Sono stati giorni di litigi pesanti, ma meglio che ci sia successo ora che è presto. Questi due giorni, sia con i litigi che con le discussioni, abbiamo indirizzato la barca almeno a livello di pensiero, su cosa devo fare io e la squadra. Io preferisco così, la sincerità, lo scontro, per poi andare con la testa alta e pulita piuttosto che fare chiacchiere alle spalle“.

Juric chiarisce in merito alle possibile conseguenze di formazioni dovute ai litigi: “Cercherò di mettere la squadra migliore possibile in campo per vincere. Per me tutto chiuso, si riparte da 0-0. Ieri li ho visti contenti. Meglio perdere così che 1-0 continuando questo tram tram“.

Si prosegue parlando degli scontri verbali tra Juric e lo spogliatoio: “Ci siamo detti la verità, all’inizio in modo violento, poi più ragionevole. Io sono l’allenatore e devo allenare, concentrarmi su questo, preparare la partita. Il mio medico deve prendersi cura dei giocatori, il giocatore deve giocare. Questo è molto semplice. Non deve pensare ad altre cose, ma a come stoppare, correre, spostare il corpo ed essere concentrato. E io devo far giocare la squadra al meglio, ognuno ha un lavoro preciso e deve occuparsi di quello e non di altro. La definizione dei ruoli è importantissima, ognuno si concentra sul suo e su dove veramente può incidere“.

Sulla questione tattica: “Si parla tanto di modo di giocare, in 7 partite ha preso 5 gol. L’anno scorso il Torino in questo modo ha preso 36 gol, la Roma 46. Per me sono solo scuse, se i giocatori non sono convinti me lo dicono e io me ne vado. Ma non mi risulta sia così. Hanno visto gli errori di Firenze e vogliono migliorare, hanno tutte le caratteristiche per fare le cose alla grande in entrambe le fasi. In questo non vedo problemi, si possono fare belle cose“.

Si torna infine sulle parole di capitan Pellegrini in conferenza stampa e la situazione con la presidenza Friedkin: “Col presidente abbiamo contatti, abbiamo parlato di tutto. Queste sono tutti discorsi che tolgono il pensiero dal campo. Io devo allenatore, il dottore deve curare, il giocatore giocare. Il primo giorno ho detto che non vedevo mancanze, anzi io preferisco che sia io a prendere le decisioni, la società mi responsabilizzi. E noi dobbiamo fare risultati, il resto è distrazione. Ognuno deve fare il suo con grande umiltà, questa è la cura giusta per uscire da questa umiliazione. Dopo una sconfitta così si chiarisce bene tutto“.

Leonardo Marcucci

Laureando in Lettere, la mia infanzia si è consumata in una piacevole convivenza tra calcio e cinema. Tuttavia, a differenza di molti, nel mio caso la scrittura non è mai stata un piacevole ripiego ad una sfumata carriera da calciatore o regista, ma, al contrario, l’obiettivo è sempre stato chiaro e univoco: diventare un giornalista. Affetto da una grave patologia che mi impedisce di assistere ad una qualunque manifestazione umana, senza ritrovarmi a fare ordine tra una sequela di analisi e conseguenti giudizi (alle volte dissonanti tra loro), ho sempre individuato nel giornalismo la pratica più proficua e stimolante per tentare di unire l’utile al dilettevole.

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