La FIFA ha emesso un comunicato ufficiale che segue di qualche giorno la storica sentenza della Corte UE sul caso Diarra
Qualcuno aveva già parlato di un possibile nuovo terremoto nelle concordate regole di libera circolazione delle persone nel mercato dell’Unione Europea, con particolare riferimento (trattando dell’argomento calcio) ai trasferimenti di stampo calcistico.
Come fu per la storica sentenza Bosman del 1995 (provvedimento giurisdizionale adottato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea per regolamentare il trasferimento dei calciatori professionisti tra le squadre di calcio), il nuovo caso rappresentato dal ricorso di Lassana Diarra avrebbe potuto (o potrebbe?) rappresentare l’inizio di una nuova era nel mondo del calciomercato.
Il 4 ottobre scorso la Corte di Giustizia europea ha riconosciuto che qualsiasi giocatore può lasciare una squadra senza dover obbligatoriamente rispettare la durata del contratto. E senza dover risarcire in alcune modo la società. A fare giurisprudenza sarebbe stato proprio il caso dell’ex calciatore francese (visto anche con le maglie di Real Madrid e PSG), che aveva intentato una causa contro la Lokomotiv Mosca, suo club dell’epoca che non lo aveva lasciato libero di andar via perché ancora titolare di un regolare contratto sottoscritto tra le parti.
È notizia di oggi una nota ufficiale della FIFA – il massimo organismo istituzionale del calcio – che si è espressa sulla vicenda attraverso le dichiarazioni di Emilio García Rivero, responsabile legale e della conformità dello stessa FIFA.
“La FIFA vede la sentenza Diarra come un’opportunità per continuare a modernizzare il proprio quadro regolamentare, uno degli obiettivi dichiarati del Presidente della FIFA dal 2016“, ha esordito il dirigente. “In primo luogo, si mette in discussione se il nuovo club di un giocatore possa essere ritenuto solidalmente responsabile per il pagamento del risarcimento dovuto dal giocatore al suo precedente club, nel caso in cui il giocatore abbia risolto il contratto senza giusta causa. In secondo luogo, si esamina la base su cui tale risarcimento deve essere calcolato. E in terzo luogo, si critica la possibilità che un club possa opporsi all’emissione del Certificato di Trasferimento Internazionale in seguito a una violazione contrattuale“, ha proseguito.
“La sentenza Diarra conferma la sacralità dei contratti. Non mette in discussione la posizione della FIFA come organo di governo del calcio mondiale. E la sua legittimità a regolare il calcio internazionale. Infatti, la decisione conferma che rimane responsabilità della FIFA stabilire, proteggere e far rispettare un sistema normativo solido per il calcio internazionale. In particolare per salvaguardare i regolamenti e l’integrità di una competizione sportiva. Ciò include regole relative alla composizione delle squadre, come trasferimenti, periodi di registrazione, stabilità contrattuale e molti altri argomenti importanti“, ha concluso.
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