Indagine ultras della Procura Federale e ripercussioni in casa Inter e Milan, arriva l’annuncio che spiega e chiarisce tutto.
Giornate e ore movimentate per i tifosi di Milan e Inter, con l’arresto di 19 persone legate ai vertici del tifo organizzato di entrambe le squadre, accusate di vari reati. In seguito a questi eventi, la Procura Federale della FIGC ha richiesto documenti alla Procura di Milano per verificare eventuali coinvolgimenti di tesserati. Tra i nomi emersi ci sono quelli di Davide Calabria (Milan), Simone Inzaghi (allenatore dell’Inter) e l’ex giocatore dell’Inter, Milan Skriniar, ora al PSG.
Le società Milan e Inter non sono apparse, sin dal primo momento, coinvolte direttamente nell’indagine, ma potrebbero esserci conseguenze per i tre nominati, in particolare riguardo a conversazioni telefoniche e incontri con i gruppi ultras. Le indagini si concentrano sul possibile uso di intimidazioni.
Secondo il codice di giustizia sportiva, ai tesserati è vietato avere rapporti con i tifosi organizzati che possano incitare alla violenza o ledere la dignità umana. Oltre a possibili multe, potrebbero essere comminate squalifiche o inibizioni temporanee, ma per ora non sembrano esserci rischi di penalizzazioni in punti per le due squadre.
A commentare i recenti eventi è stato l’avvocato sportivo Pierfilippo Capello, intervenuto in diretta su TvPlay. “Dal punto di vista sportivo, siamo fermi in attesa che la Procura della FIGC riceva i documenti dalla Procura di Milano. Riguardo ai rischi per Inter e Milan, non mi aspetto nulla di significativo, a parte possibili sanzioni economiche”.
“Dal lato penale, invece, bisogna capire se qualcuno ha commesso irregolarità. È importante ricordare che ogni club ha un responsabile che si interfaccia con i tifosi, ma come lo fa e con quali gruppi è una questione diversa. Inzaghi, quando si muove per Milano, scatta foto e interagisce con i tifosi. Poi c’è chi può chiedere biglietti per le partite. Prima di giudicare, aspettiamo di vedere cosa succede. Tuttavia, il mondo degli Ultras in Italia deve cambiare. Io stesso, con una tessera della Fossa dei Leoni, andavo in Curva Sud per sostenere il Milan con mio fratello. Oggi, dopo aver visto tanti stadi, penso che il modo di tifare degli Ultras non sia più attuale”.
“C’è un problema serio: la ‘ndrangheta ha portato i suoi capi dalla Calabria a Milano, come documentato in un’ordinanza. A un certo punto, questi individui chiamano gli steward e decidono chi far entrare allo stadio, spesso senza pagare. Questo fenomeno ha trasformato le Curve, che non sono più semplicemente un luogo per tifare. L’amore per la squadra dovrebbe essere lo stesso per chi sta dentro o fuori dalla Curva. Il tifoso che non è in Curva non è meno importante”.
“La chiamata a Inzaghi, cinque ore prima della finale, inizia con il mister che dice all’ultrà ‘ho sentito dire che non cantate’. Nel contesto, un allenatore cerca di risolvere la situazione per il bene della squadra. Non lo vedo come un elemento determinante. Penalizzazione contro Milan e Inter? Dipende.”.
Infine, la chiosa sulla Superlega: “La Superlega è nata dalla necessità di dare ai tifosi ciò per cui sono disposti a pagare: vedere squadre come Manchester City, Barcellona, Liverpool. Il problema è stato il modo in cui è stata organizzata, lo hanno ammesso gli stessi ideatori. Ma adesso la Champions League è diventata una sorta di Superlega. Il calcio è una delle poche industrie dove si riconosce che il monopolio può essere vantaggioso. Nel calcio, FIFA e altre organizzazioni hanno un controllo monopolistico. I club, con la Superlega, cercavano di diventare padroni del proprio destino, un concetto che di per sé non è sbagliato”.
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