Tra i tanti colpi di scena che hanno coinvolto la famiglia Friedkin in questi giorni c’è anche l’acquisizione dell’Everton in Premier League. Ecco il verdetto britannico sulla multiproprietà con la Roma.
La famiglia Friedkin è stata decisamente al centro delle attenzioni negli ultimi dieci giorni in casa Roma. Il 18 settembre, in seguito al pareggio ottenuto in casa del Genoa, la società giallorossa ha sollevato dall’incarico Daniele De Rossi. L’esonero è arrivato all’improvviso, ed in totale controtendenza con il rinnovo triennale firmato mesi prima. Le polemiche scaturite dal trattamento riservato all’ex capitano sono sfociate in forti proteste del tifo giallorosso, e poi sono arrivate anche alle dimissioni ufficiali di Lina Souloukou. Nel bel mezzo di una settimana decisamente tumultuosa è tornato tema d’attualità la multiproprietà calcistica per la famiglia statunitense, che è ad un passo dalla chiusura ufficiale per l’acquisizione del 94 per cento delle quote dell’Everton.
La presidenza statunitense, oltre che guidare la Roma, è proprietaria anche del Cannes in Francia. Ed il raggio d’azione della famiglia Friedkin nel mondo calcistico è pronto ad espandersi anche in Premier League. L’acquisizione dell’Everton è imminente ed apre a nuove riflessioni sul rapporto tra i due club di massima serie. Gli stessi Friedkin sono usciti allo scoperto con un comunicato ufficiale, che ribadisse la centralità della Roma negli interessi del gruppo texano.
Sul tema delle multiproprietà è intervenuto anche l’ex Ceo dell’Everton, Keith Wyness. Il dirigente britannico, ai microfoni del podcast Inside Track di Football Insider, ha emesso un verdetto sul rapporto futuro tra i due club della galassia Friedkin.
L’ex Ceo inglese ha le idee chiare sul tema del club satellite: “Normalmente c’è un club in cima e ci sono altri club in un livello inferiore, che fungono da club di supporto. In questo caso, dato che entrambi i club sono squadre così importanti e storiche, non è così.” Wyness ha poi aggiunto: “Entrambi i club manterranno la propria identità e, ove possibile, sono certo che lavoreranno insieme. Potrebbe esserci la condivisione di cose come i database. Si tratta di grandi organizzazioni ed è molto importante che il personale dei due club vada d’accordo a livello personale.”
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