De Rossi si ritrova a vivere gli stessi problemi di José Mourinho, con un campionato che è già tutto in salita: il destino rischia di essere segnato
Il tecnico giallorosso non è ancora riuscito a vincere una partita in questo campionato e anche a Genova non è andato oltre il pareggio. La Roma ha solo 3 punti dopo 4 giornate e adesso la classifica inizia ad essere impietosa.
La Roma ha diversi problemi, sotto tutti i punti di vista. Anche a Marassi De Rossi ha dovuto fare i conti con un pomeriggio amaro, con il pareggio arrivato proprio allo scadere, con una marcatura troppo lasca proprio al centro dell’area. De Winter ha punito i giallorossi con un colpo di testa al centro dell’area, all’ultimo respiro di una gara tirata e tenuta viva troppo a lungo. Il vantaggio del primo tempo ha lasciato spazio ad una ripresa sotto tono, segnata dall’infortunio di Saelemaekers e da cambi forse rivedibili del mister.
Anche l’arbitraggio di Giua non è stato proprio impeccabile, tra rigori non dati, falli non ravvisati e un’espulsione di De Rossi forse eccessiva. Tutto questo passa sotto traccia se non c’è qualcuno in società pronto a sottolineare la gravità degli errori. Come spesso succede le cose cadono addosso alla Roma senza ombrello, senza filtro da parte della dirigenza e senza un minimo di peso politico. L’assenza di personaggi strategici pesa incredibilmente dai tempi di Budapest, quando a furto avvenuto nessuno ha espresso il proprio sdegno, eccezion fatta per Mourinho.
A De Rossi serve un altro uomo in società: la richiesta di Mourinho torna d’attualità
De Rossi si ritrova nella stessa situazione di José Mourinho, ovvero lasciato solo di fronte alle difficoltà. La Roma non ha una protezione a livello societario, non c’è un parafulmine, un appiglio a cui fare affidamento quando il mare è in tempesta. A sottolineare la situazione è stato anche il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, nel suo editoriale odierno. Secondo lui a De Rossi manca una figura che lo stesso Special One ha richiesto per mesi, qualcuno con cui confrontarsi e con cui superare i problemi. Sentirsi meno solo in questa fase sarebbe fondamentale e tra l’altro è alla base di ogni successo tecnico anche in altri club.
Zazzaroni elenca delle partnership del passato come Lippi e Moggi, Sacchi e Capello con Galliani, Braida e Ramaccioni, Ancelotti con Galliani, Allegri con Cellino, Galliani e Marotta, Simone Inzaghi con Tare, Spalletti con Giuntoli. Ghisolfi non può bastare, sia per mancanza di peso specifico che di esperienza. Serve qualcuno per non affondare.