Cessione Dybala in Arabia Saudita, Roma non ci sta: nuovo messaggio dopo la sentenza di ieri. Gli ultimi aggiornamenti.
Il destino di Paulo Dybala è al centro delle intense discussioni di questa parentesi finale di calciomercato in casa Roma. L’attaccante argentino, che non ha ancora dato il suo consenso all’allettante proposta dell’Al-Qadsiah, sta attentamente considerando le avances del club saudita, che ha già presentato ai giallorossi una proposta complessiva di 18 milioni di euro.
Gli aggiornamenti di queste ultime ore e giorni ci lasciano intendere come la trattativa non sia stata ancora conclusa, alla luce soprattutto delle perplessità e delle attese del giocatore. La trattativa non sarebbe ancora vicina a una conclusione definitiva, poiché restano diversi aspetti da sistemare, soprattutto di natura burocratica, al netto dei recenti aggiornamenti che, come ci ricordano le parole del dirigente dell’Al-Qadsiah, Mauro Cetto, parrebbero allontanare sempre di più il 21 di De Rossi dal mondo Roma.
In una fase ancora ricca di dubbi e incertezze, ciò che è sicuro, come prevedibile, è che la possibile partenza di Dybala verso l’Arabia Saudita sta tenendo col fiato sospeso i tifosi della Roma, generando al contempo un malcontento nei confronti della società e, in taluni casi nei confronti dello stesso De Rossi, non più relegato solamente al mondo social.
Se su Instagram o X è abbastanza facile trovare commenti di palese opposizione nei confronti di tale operazione, la città di Roma inizia a maturare anche delle posizioni ben più concrete, ricordando alcuni tristi momenti del recente passato, successivi alla decisione dei Friedkin di esonerare José Mourinho. Già nella serata di ieri, nei pressi di Trigoria era stata documentata una scritta recitante: “Paulo non si vende”.
Molto simile il contenuto di uno striscione adocchiato sempre a Roma nel corso delle ultime ore, confermante la tensione e la grande opposizione della piazza nei confronti di una cessione che potrebbe avere ripercussioni non solo sul piano tecnico. Le tempistiche dell’operazione e il sapore di ridimensionamento attribuito da molti tifosi a questa scelta della società ha, infatti, alimentato il dissenso, confermato dal banner di cui detto sopra, recitante l’altrettanto chiara e sentenziosa scritta: “Paulo non si tocca”.
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