Dopo il terremoto avvenuto in seguito all’eliminazione della nazionale azzurra, giungono nuovi problemi tra i corridoi della FIGC
La debacle azzurra consumatasi nel corso degli Europei 2024 ha certamente generato un certo livore nel popolo azzurro, che nelle scorse ore ha più volte invitato Luciano Spalletti e Gabriele Gravina – presidente della FIGC – alle dimissioni. Secondo i tifosi nostrani le colpe di Gravina sarebbero numerose, ma la più evidente riguarderebbe proprio la scelta di Luciano Spalletti come CT.
Le scelte compiute dall’ex allenatore del Napoli poco o nulla hanno convinto tifosi e appassionati, i quali hanno recriminato a Spalletti non soltanto alcune valutazioni relative alle convocazioni (e le rispettive esclusioni), ma anche e soprattutto al continuo ricambio di approcci, moduli e richieste in campo.
Secondo molti Spalletti non sarebbe adatto a ricoprire il ruolo di CT della nazionale, poiché privato di quel lavoro quotidiano necessario a far digerire ai propri calciatori le complesse routine tattiche che caratterizzano il sistema di gioco del tecnico toscano. Tuttavia, dopo aver risposto in conferenza stampa alle polemiche relative alla nazionale, Gravina è stato raggiunto da una nuovo grattacapo.
Multa salata alla FIGC per il monopolio sul calcio giovanile
Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’Antitrust avrebbe sanzionato la Federazione Italiana Giuoco Calcio con una multa salata. La pena pecuniaria pone le proprie radici su un presunto abuso compiuto dalla FIGC: pare infatti che la Federazione abbia approfittato del proprio potere per porre le basi di un vero e proprio monopolio nell’ambito del calcio giovanile del bel paese.
La FIGC avrebbe sostanzialmente escluso gli Enti di Promozione Sportiva per disinnescare la loro influenza sulle competizioni amatoriali. Nella nota dell’antitrust si legge: “almeno a partire da primo luglio 2015, la FIGC ha attuato una complessa strategia escludente per rafforzare la propria posizione dominante nell’organizzazione di competizioni calcistiche giovanili a carattere agonistico e per estenderla anche al mercato dell’attività ludico-amatoriale, in cui opera in concorrenza con gli Enti di Promozione Sportiva (Eps)”. La sanzione ammonta a ben 4 milioni di euro. La Federazione ha comunque comunicato che è in atto un ricorso al Tar del Lazio.