L’arrivo nella Capitale di Florent Ghisolfi è stato salutato come l’inizio di una nuova era per il calciomercato della Roma
Per il sesto anno consecutivo, la Roma la prossima stagione non parteciperà alla Champions League, la competizione per club più affascinante al mondo insieme alla Copa Libertadores. Un’assenza che fa rumore, sia per la grandezza della città che meriterebbe di essere rappresentata su questi prestigiosi palcoscenici, sia perché il club giallorosso occupa la sesta posizione nel ranking Uefa, guidando la classifica delle squadre italiane. Paulo Fonseca, José Mourinho e, con responsabilità minime rispetto ai predecessori, Daniele De Rossi non sono riusciti ad andare oltre il sesto posto in campionato, dando ragione all’assunto di chi ha sempre parlato di rose incomplete e di errori nella costruzione delle stesse a livello dirigenziale.
Per interrompere questo apatico e pericoloso status quo, c’è bisogno d’invertire drasticamente la rotta in sede di calciomercato e per farlo la famiglia Firedkin ha deciso di affidarsi a Florent Ghisolfi. Insieme al suo staff e a quello di De Rossi, il dirigente francese dovrà farsi promotore di una nuova era, che possa prescindere dal dare opportunità a calciatori in cerca di riscatto da anni e con un passato costellato da numerosi infortuni. Che sia a corta o lunga gittata, la nuova strategia capitolina dovrà sì individuare profili giovani e dal grande potenziale, ma anche il coraggio di investire sugli stessi a differenza di quanto accaduto in passato.
Douglas Luiz rifiutato due volte: rimpianto Roma
In tal senso, l’investimento Tommaso Baldanzi rappresenta un primo passo di un percorso che si preannuncia lungo e complicato e disseminato da occasioni perse e grandi rimpianti. La scorsa estate, ad esempio, la Roma ha deciso di mollare la presa su Marcos Leonardo. Trasferitosi al Benfica a gennaio, il 21enne brasiliano ha chiuso il suo primo semestre europeo con 7 gol e 1 assist, ma è solamente l’ultimo talento brasiliano finito nei radar giallorossi. Anni fa, ad esempio, prima Monchi e poi Petrachi hanno gettato al vento la possibilità di tesserare Bruno Guimaraes (valutato almeno 100 milioni ora dal Newcastle) prima a 8 e poi a 12 milioni.
Più vicini ai giorni nostri sono i rifiuti rifilati a chi ha proposto Danilo del Palemiras (ora al Nottingham Forest) e Abner (ora al Lione), ma il caso più eclatante rischia di diventare un altro. Vicinissimo alla Juventus in un’operazione da almeno 60 milioni di euro (20 milioni cash più i cartellini di Iling-Junior e McKennie), Douglas Luiz è stato offerto alla Roma ben due volte. La prima volta, fu Monchi a decidere fi non sborsare 10 milioni per il centrocampista che in quella stessa estate si trasferì poi dal Vasco da Gama al Manchester City.
Nel 2022, con un solo anno di contratto con l’Aston Villa, fu Tiago Pinto a decidere di mollare la presa, avanzando dubbi sulle caratteristiche fisiche del 26enne di Rio de Janiero, valutato all’epoca 20 milioni di euro. Un errore da non ripetere in futuro, quando si spera che possa esserci maggiore coraggio nel fare simili investimenti, non soltanto per questioni tecniche, ma anche per le conseguenze economiche di tali operazioni, spesso foriere di grandi plusvalenze.