La Roma ha deciso di dar seguito alla promessa sul rinnovo di Daniele De Rossi per le prossime tre stagioni, con un ingaggio da top allenatore in Serie A
I Friedkin vogliono affidare il nuovo piano triennale all’ex centrocampista giallorosso, che nei suoi 5 mesi alla guida della squadra ha dimostrato di essere all’altezza delle aspettative. Alla fine di questo ciclo c’è da raggiungere un obiettivo preciso.
Vigilia di Roma-Milan, gara di ritorno dei quarti di finale di Europa League. I Friedkin annunciano sul sito ufficiale della società giallorossa l’accordo per il rinnovo “pluriennale” con Daniele De Rossi. La Roma di ì a poche ore vincerà anche quella sfida, continuando il sogno di raggiungere Dublino (infranto solo nella sfortunata notte di Leverkusen). Il giovane tecnico, arrivato come bandiera “parafulmine” nel mare in tempesta generato dall’addio di Mourinho, ha dimostrato di saper navigare e anche bene. Pochi aiuti, zero intromissioni, sostegno silenzioso di “Lina” (Souloukou) e “Maurizio “Lombardo“, ma soprattutto tanta dedizione al lavoro.
Purtroppo i risultati non sono stati quelli sperati, con la qualificazione alla Champions League sfumata proprio sul più bello, come il tentativo di raggiungere un’altra finale europea. Nonostante questo i Friedkin hanno dato seguito alla promessa verbale, facendo firmare un triennale a DDR, che lo legherà ai suoi amati colori fino al 30 giugno del 2027. Un contratto comunque ricco (attorno ai 2,55 milioni di euro) per un quasi esordiente, ma che testimonia la fiducia e la voglia di puntare sull’uomo giusto per un progetto a lunga scadenza.
Non è possibile nascondere il cambio di direzione che la proprietà romanista ha messo in atto nell’ultimo periodo, passando da uno dei tecnici più vincenti della storia del calcio, con richieste specifiche sul mercato, ad una prospettiva di crescita graduale con De Rossi. Si cambia registro anche con l’arrivo di Ghisolfi, un ds più attento allo scouting di Tiago Pinto e forse con maggiori competenze nella sfera tecnica.
Addio ai nomi di grido, agli ingaggi faraonici per giocatori sul viale del tramonto e dritti verso la valorizzazione dei giovani. Certo all’alba del quinto anno dei Friedkin a Roma non è proprio il modo migliore per dimostrare ambizione di successo, ma perlomeno ora la strada sembra essere chiara, pur rimanendo avvolti in un rumorosissimo silenzio.
De Rossi sarà al centro della ricostruzione, fino all’anno del centenario, provando a metter su un roster giovane e affamato che in tre anni possa arrivare alla vittoria. Un progetto che da breve-medio termine mourinhano diventa a lungo raggio, con paletti economici da rispettare e con pochi voli pindarici, ma forse con un pizzico in più di sinergia e convinzione. I parametri sono cambiati ma la speranza è che proprio il nuovo allenatore sappia ridare quell’entusiasmo che è alla base anche della nuova campagna abbonamenti: “Nun se po’ spiegà“. Come vedere una Roma vincente al momento: ma spazio all’irrazionalità.
Angelo Papi
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