Emergono novità importanti in merito ad uno dei punti più delicati del calciomercato giallorosso. La plusvalenza d’oro diviene un ricordo
Il mondo del calcio contemporaneo viene spesso criticato dagli appassionati di vecchia data per la sua incapacità di generare bandiere e di legare la storia di un calciatore ad una città e ad una maglia. Emblema sorprendentemente preciso di tale tendenza potrebbe essere individuato nei faraonici trasferimenti verso l’Arabia Saudita, dove il business comanda e la fedeltà ad un solo club è ormai un lontano ricordo.
Tuttavia, non è soltanto in medio-oriente che la cieca ricerca del soldo domina incontrastata, poiché, anche nella vecchia Europa, siamo sempre più abituati ad avere a che fare con tradimenti o comunque percorsi professionali poco legati ad un singolo contesto.
Nonostante ciò, all’interno di un panorama che per molti appare a dir poco desolante, vi sono alcune figure che si distinguono, per cui l’attaccamento alle proprie origini e ad una maglia significa ancora qualcosa. La Roma ne sa qualcosa, vista la storia professionale del suo allenatore e la presenza di svariati esponenti che, pur non essendo nati e cresciuti a Roma, hanno stretto un rapporto emotivo che prescindeva dalla mera questione economica. Adesso, con l’incombente calciomercato estivo pronto a sparigliare le carte a Trigoria, si potrebbe decidere il futuro di una potenziale bandiera giallorossa.
È nato a Roma, è cresciuto nelle giovanili della Roma, non ha mai indossato una maglia diversa da quella giallorossa e si presume – anche da quanto dichiarato nel corso degli anni – che non abbia mai messo in discussione la propria fede nei confronti del club capitolino… Stiamo naturalmente parlando di Edoardo Bove, ovvero uno degli ultimi esemplari di giovani disposti a rinunciare a contratti da re per rimanere fedeli ad una città e ad un club.
Nel corso degli ultimi mesi sono state numerose e frequenti le voci relative a società in giro per l’Europa disposte a sborsare cifre non indifferenti per strappare il classe 2002 alla città eterna e, l’approdo di Daniele De Rossi in panchina, sembrava paradossalmente aver messo in discussione il futuro romano di Bove. Difatti, da quando José Mourinho ha abbandonato Trigoria, la sensazione che Bove stesse lentamente scivolando nel terreno dei cedibili era crescente, visto lo scarso impiego all’interno dell’undici titolare.
È vero… un giovane deve saper aspettare prima di pretendere una maglia da titolare, ma allo stesso tempo gli anni passano e il centrocampista romano, sapendo che in altre piazze avrebbe già la possibilità di divenire un punto fisso quantomeno all’interno delle rotazioni, si sarà certamente domandato se il suo futuro nella Roma potesse essere sostenibile sul piano professionale. La risposta, come riportato dal Corriere dello Sport, è giunta proprio sullo scadere della stagione, grazie al match con il Genoa di Gilardino, durante il quale DDR ha dimostrato di considerare eccome il talento e la duttilità del ventiduenne romano.
Ecco, anche grazie alla sfumata necessità di dover generare plusvalenze indesiderate, l’interessamento da parte di svariate società italiane e inglesi può passare in secondo piano. Bove sembra finalmente rientrare nei piani futuri di Daniele De Rossi, che ha più volte esaltato la sua capacità di fornire alla manovra tanta intensità, quanta qualità. L’approdo di Ghisolfi a Trigoria non può che aiutare ulteriormente in tal senso, dato che il francese è piuttosto rinomato per una particolare considerazione dei giovani.
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