Mentre DDR & co. riflette sulla sconfitta con il Bologna, ma è costretto a proiettarsi con la mente alla sfida con il Napoli, i vertici giallorossi ragionano sul futuro della rosa
La Roma è rinata? Beh… dirlo subito dopo un severo 3 a 1 subito contro la corazzata rossoblu di Thiago Motta potrebbe sembrare un commento sin troppo ottimistico, ma la verità è che appare complicato condannare il lavoro di Daniele De Rossi, poiché la debacle contro il Bologna non solo potrebbe passare come qualcosa di perfettamente comprensibile, vista la qualità del sistema di gioco di Motta, ma si inserisce all’interno di un percorso luccicante, fatto di una sequela di scontri diretti, a cui era difficile rispondere con sole vittorie.
DDR ha dapprima surclassato il Brighton di Roberto De Zerbi, ha poi battuto la Lazio dopo alcuni anni di spiacevoli sconfitte e, subito dopo, ha annichilito uno stordito Milan ai quarti di finale di Europa League. Insomma… difficile chiedere di più ad un allenatore subentrante, il quale, per altro, era alla sua prima avventura da tecnico nella massima lega italiana.
Come se non bastasse, vi è da considerare la profonda rivalutazione avvenuta in termini di rosa, con svariati calciatori letteralmente rinati in seguito alla cura DDR. Un sistema di gioco rinnovato, votato anche alla proposta offensiva, coadiuvato da carisma e entusiasmo per un’avventura tanto complessa, quanto eroica, sono stati gli elementi che hanno reso possibile la risurrezione di alcuni esponenti della rosa (vedi Pellegrini, Paredes, Celik e Smalling). Tuttavia, persino DDR a volte deve arrendersi all’impossibile e, nel caso di un calciatore in particolare, un risorgimento pareva davvero irrealizzabile.
L’indiziato in questione è naturalmente Renato Sanches. Nonostante faccia effettivamente ancora parte della rosa, il talentoso portoghese giunto in prestito dal PSG sembrerebbe già un lontano ricordo per i sostenitori capitolini, costretti a dimenticarlo forzatamente per evitare di ricordare la cocente delusione per un’operazione tanto promettente, quanto fallimentare. Prevedere un percorso caratterizzato da tale quantità di visite in infermeria era davvero complicato e, difatti, neanche l’entusiasmo dell’approdo di DDR a Trigoria, al contrario di quanto avvenuto parzialmente con Chris Smalling, ha sortito l’effetto sperato nella mente e nel corpo dell’ex centrocampista del Lille.
Adesso, nonostante l’assenza di un direttore sportivo, i vertici giallorossi devono seriamente valutare i contratti in scadenza, i prestiti in bilico, le plusvalenze da far risultare per non incorrere nelle sanzioni del Fair Play Finanziario e, ovviamente, gli esuberi da estromettere dal centro sportivo Fulvio Bernardini. Costruire una nuova Roma pare inevitabile con cotanta precarietà in termini di contratti e la figura di Renato Sanches, anche considerando lo stipendio non indifferente, difficilmente comparirà nuovamente nel corso della prossima stagione.
Secondo quanto riportato da FotoMaç, ci sarebbero ben tre società turche pronte ad accogliere il portoghese. Si tratta dei bianconeri del Besiktas, del Galatasaray e del Fenerbahçe, che, tuttavia, difficilmente arriveranno a sborsare la cifra che il PSG aveva fissato per il diritto di riscatto della Roma (15 milioni). A queste, comunque, si aggiunge anche l’Olympiakos, altrettanto stuzzicato dall’idea di portare in Grecia un calciatore dalle indubbie qualità, ad un prezzo intorno agli 8 milioni di euro, ovvero l’attuale valore di mercato del classe ’97.
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