José Mourinho è tornato a parlare della Roma dopo il suo esonero: lo Special One non risparmia dalle critiche il suo ex club
A Roma il nome di José Mourinho fa ancora un certo effetto, nonostante De Rossi almeno per ora stia rendendo ben al di sopra del suo predecessore. Uno come lui però è difficile da dimenticare, soprattutto a causa del suo carattere, che lo ha reso un vero e proprio idolo dei tifosi romanisti.
Grazie a lui infatti i giallorossi sono tornati ad alzare un trofeo dopo oltre 10 anni, grazie alla vittoria della Conference League, primo trofeo europeo della storia della formazione capitolina. L’anno successivo però il vero miracolo, con la conquista della finale di Europa League ed una vittoria sfumata solo a causa dell’arbitraggio del fischietto inglese Taylor.
Purtroppo però la sua avventura a Roma è arrivata ad una prematura fine, con la squadra che era scivolata addirittura in nona posizione, fattore che ha portato poi all’esonero da parte dei Friedkin. Lo Special One è tornato a parlare dopo l’addio alla capitale, ecco le sue parole.
Mourinho tuona contro la Roma: “Dopo la finale di Europa League…”
José Mourinho è ancora un ricordo molto vivido nella maggioranza dei tifosi romanisti. Il futuro del portoghese resta ancora un mistero, ma proprio lui di recente ha rilasciato alcune dichiarazioni a Telegraph, in cui parla anche della sua avventura alla Roma, ecco le sue parole:
“Sono l’unico allenatore europeo ad aver giocato due finali negli ultimi due anni. Concentriamoci sul mio presente.Se vai dal 90% degli allenatori e chiedi loro: “Vorresti giocare due finali europee in due anni consecutivi?”, la maggior parte di loro risponderà “Sì”. L’ex giallorosso ha continuato dicendo: “La descrizione del lavoro dei miei sogni è “head coach” . Questo è il mio sogno. Essere l’allenatore. Per essere colui che lavora con la squadra, concentrato sullo sviluppo dei giocatori, sulla preparazione delle partite».
Il portoghese ha poi aggiunto: «Fortunatamente ho avuto questo nella mia carriera. Sfortunatamente, ho avuto altre situazioni in cui dovevo essere molto più di questo. Quando sei molto di più non sei un allenatore bravo come potresti essere. Il club ti mette in una posizione dove non voglio essere. Pensi che dopo la finale di Europa League che abbiamo perso, nelle circostanze in cui abbiamo perso, fossi felice con tutta l’emozione che ho provato? Credi che fossi felice di essere il volto del club che è andato in conferenza stampa per parlare di quello che è accaduto? No, ho odiato andarci».
«Datemi una struttura professionale in cui io sia solo l’allenatore perché questo è ciò in cui sono bravo. La gente dice che sono bravo a comunicare. Molte, molte volte dici le cose sbagliate. Soprattutto quando comunichi tre o quattro volte a settimana. La struttura di un club mi spinge nella direzione sbagliata