Calcioscommesse, notificata la chiusura delle indagini a diversi calciatori che rischiano una squalifica di tre anni. Ecco quello che potrebbe succedere e le parole al veleno del presidente
Il calcioscommesse si abbate di nuovo in maniera importante sul pallone italiano. Lo scorso novembre la Guardia di Finanza aveva infatti effettuato delle perquisizioni a casa del difensore Pastina, sequestrando i dispositivi digitali. Ed erano stati pure indagati Letizia della FeralpiSalò, Coda della Cremonese e Forte del Cosenza. L’accusa era quella di avere scommesso su piattaforme legali e illegali tramite prestanome non tesserati.
E oggi, secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, la procura Federale avrebbe chiuso le indagini. “E’ stato notificato l’avviso a tutti gli indagati, tranne a Coda perché su di lui sono in corso ulteriori indagini. Notificato l’avviso anche a Enrico Brignola del Catanzaro” si legge. Tutti rischiano almeno tre anni di squalifica se i fatti venissero confermati.
Calcioscommesse, le parole di Vigorito
“Noi possiamo perdere i campionati ma mai la dignità. Potevamo essere coinvolti per via dei regolamenti federali assurdi che ci colpirono già anni fa per responsabilità oggettiva”. Queste le dichiarazioni del presidente del Benevento Vigorito, così come riportate da Agimeg.it.
“A distanza di anni – ha continuato – siamo stati coinvolti un’altra volta in un episodio estremamente increscioso. Premesso che, fino a quando non ci sarà una sentenza dobbiamo mantenere fede alla presunzione d’innocenza e all’accusa toccherà dimostrare la loro colpevolezza, mi astengo da giudizi morali, mentre quelli legali toccherà al Tribunale farli. “Rischio condanna a tre anni? È un problema del calciatore” ha concluso. “E Laddove dovesse venir fuori una condanna si andrebbe a sottoscrivere un comportamento tale che dovrebbe fare riflettere sul perché le cose sono andate così negli ultimi due anni. Da presidente mi sento responsabile perché esiste quantomeno una colpa in vigilando e forse non lo abbiamo fatto bene. Se è vero che ci sono dei colpevoli non abbiamo colto i segnali”.