Alla vigilia del suo primo derby da allenatore della Roma, Daniele De Rossi si concede ai microfoni dei giornalisti durante la conferenza stampa
Manca ormai davvero poco al derby d’esordio sia per Daniele De Rossi che per Igor Tudor, ovvero gli allenatori entranti in corso di stagione per le due società capitoline presenti in Serie A.
Roma e Lazio stanno innegabilmente subendo un percorso di metamorfosi tecnico-tattica con il cambio dei tecnici in panchina e, questo derby, oltre all’intramontabile rivalità cittadina che sembra contare più di ogni altro elemento esterno, potrebbe significare anche una trasformazione potenzialmente decisiva della distanza in classifica tra le due formazioni.
La Roma è sopra di sei lunghezze, ma un’eventuale sconfitta avvicinerebbe pericolocosamente i biancocelesti alla zona Champions, rimescolando le carte in tavola. Senza contare che, tra i giallorossi e i biancocelesti, c’è la Dea di Gasperini, pronta ad approfittare dello scontro diretto per scavalacare i ragazzi di DDR, ma anche allontanare quelli di Tudor (il pareggio in tal senso sarebbe l’ideale per l’Atalanta.
Sul piano squisitamente tattico, rispetto al derby d’andata, ecco un violento ribaltamento dei fronti: se prima il giochista era seduto sulla panchina laziale (Sarri) e il risultatista su quella romanista (Mourinho), nel giro di pochi mesi il contesto è invertito.
Il comandante di Ostia parte dalla sensazioni che caratterizzano sia il proprio esordio personale in un derby sulla panchina giallorossa, sia quelle dei propri calciatori: “Cambia qualcosa, con gli anni ho iniziato a gestirla. Oggi mi sento tranquillo. I ragazzi la stanno approcciando bene, lavorano forte. Cerchiamo di dare equilibrio, la carichiamo il giusto senza andare oltre”.
Viene immediatamente chiesto a De Rossi quali siano i ricordi particolari nei numerosi derby giocati da calciatore: “Ne ho tanti… tante notti fantastiche, altre meno belle. Se giochi vent’anni in un posto, non puoi avere solo ricordi positivi. Dato che questo è il mio primo da allenatore ora ripenso al primo derby, con il gol di tacco di Mancini, ero l’uomo più felice del mondo a fine gara, ero giovane, sono cose che non dimentichi. Ne ho giocati tanti, ricordo con piacere che lo soffrivo parecchio nei primi anni, entravo in campo teso, poi ho iniziato a giocarli, bene o male, i primi non li ho giocati veramente“.
Come si prepara un derby? Più sul piano fisico o quello mentale?: “Devi preparare tutti e due gli aspetti, sapendo che è una partita che non avrà conseguenze normali, c’è qualcosa di diverso. La Roma ha un recente passato non positivo nei derby recenti, con zero gol negli ultimi tre mi pare. C’è voglia di rivalsa, ma senza andare oltre. C’è una partita di calcio da preparare e dobbiamo rimanere lucidi“.
Le ultime gare dei giallorossi hanno forse deluso sul piano offensivo, ecco il commento di DDR: “Con il Lecce è stata tra le peggiori partite e abbiamo comunque creato alcune occasioni clamorose, senza parlare di quanto abbiano creato loro. Può succedere, così come con il Sassuolo. Non ci sono problemi riguardo ai nostri attaccanti, stanno tutti bene a parte Azmoun. Non si fa comunque gol con gli attaccanti, con un solo reparto, ma con tutta la squadra. Abraham? Vediamo l’allenamento e quali saranno le direttive dei medici. Vediamo se ce lo lasciano convocare o ha bisogno di allenarsi ancora con la squadra ma da quello che vediamo noi è pronto. Con infortuni così lughi, ci sono scadenze da rispettare, oggi capiremo“.
Sulla nuova Lazio di Tudor e come affrontarla: “Non sappiamo con certezza se Zaccagni ci sarà o meno. Abbiamo poco per fare ipotesi sulla Lazio, ci concentriamo su di noi, conoscendo comunque la filosofia di gioco di Tudor, sapendo che la Lazio non giocherà per 90 minuti come faceva al Verona, perché ci vuole tempo. Ipotesi vere e proprie sulla formazione non ne possiamo fare, abbiamo visto veramente poco finora. Ci sono tante cose che tu prepari, a volte in base agli avversari fai delle scelte, ma non ci stravolgiamo per gli avversari. Potrebbe succedere qualora dovessimo incontrare giocatori veramente unici, in futuro“.
Si conclude poi sul tema recuperi di Dybala e Spinazzola: “Nei primi due mesi non ho gestito particolarmente i calciatori, se non i reduci dagli infortuni. Per il resto, lo stesso Dybala che tu hai citato l’ho spremuto abbastanza. la gestione nostra è quella di allenarlo affinché possa spingere senza sentire dolore. In queste fasi, cerchiamo di evitare di fargli fare 90 minuti ogni partita di seguito ma si gestisce il tutto con loro, sono persone adulte. Abbiamo comunque fiducia nella rosa, è una rosa ampia, abbiamo fiducia anche in chi potrebbe giocare al posto loro“.
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