Milan nella bufera dopo le pesanti accuse che hanno portato alla perquisizione della guardia di finanza: ecco la sentenza del tribunale
Non c’è pace per il calcio italiano, già profondamente scosso dalle vicende dello scorso anno. La protagonista in quel caso fu la Juventus, con la guardia di finanza che fece irruzione negli uffici di Roma e Torino, per poi avviare l’indagine sulle plusvalenze.
Questo ennesimo scandalo ha gettato nuove ombre sulla nostra Serie A, ma soprattutto ha compromesso la regolarità del campionato, visto che i bianconeri si trovavano in piena corsa scudetto, e la penalità in classifica, poi tolta, ha permesso al Napoli di prendere il largo e di non avere una vera e propria rivale nella lotta al primo posto
Quest’anno a finire nell’occhio del ciclone è stato il Milan. Anche per i rossoneri sono scattate le perquisizioni da parte della guardia di finanza a Casa Milan, e questa volta è arrivata la pesantissima sentenza da parte del tribunale.
Prosegue lo scontro tra Elliot e gli ormai ex soci di Blue Skye sulla cessione del Milan a RedBird. Blue Skye ad oggi non ha avuto successo in alcuna delle cause avviate in Lussemburgo e arrivate a conclusione. Nel complesso, sono 11 i contenziosi avviati in questi ultimi mesi da Blue Skye tra Lussemburgo, Italia e USA, definiti «frivoli e vessatori» da parte di Elliott.
Da uno di questi esposti è iniziata l’indagine sulla cessione del Milan, che ha appunto portato alla perquisizione della guardia di finanza nella sede del club. Secondo quanto riportato da CalcioeFinanza ieri mattina il tribunale civile di Milano ha respinto la terza e ultima vertenza avviata dalla società di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo conto il fondo statunitense in Italia.
Così facendo sono saliti a tre su tre i casi persi BlueSkye in Italia, fattore che lo condanna al pagamento delle spese legali. Stando a quanto emerge dagli atti, secondo Elliott Blue Skye ha formulato accuse calunniose e diffamatorie al fine di ottenere concessioni superiori ai suoi diritti contrattuali. Secondo le accuse del fondo, questi si configurano come reati di ricatto ed estorsione. Inoltre, sempre secondo il fondo statunitense, Blue Skye avrebbe depositato consapevolmente documenti fuorvianti avviando procedimenti con l’intento di ingannare i giudici lussemburghesi al fine di ottenere una decisione a suo favore.
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