Nel corso di una recente intervista, uno dei pilatri della formazione di Daniele De Rossi si è esposto, esplicitando le sue intenzioni per il futuro
A prescindere dai risultati che l’ultimo arduo quarto di stagione riserverà ai giallorossi (DDR & co. dovranno affrontare tutte le contendenti principali alla zona Champions, nonché il Milan ai quarti di finale di Europa League), i Friedkin si trovano costretti, anche a causa dell’assenza di un direttore sportivo, a valutare attentamente le mosse di mercato da preparare in vista della prossima finestra utile, visto e considerato che i nomi in ballo per la rosa sono numerosi e che i giallorossi saranno obbligati a far risultare una plusvalenza di 40 milioni per rimanere in pari con il bilancio.
Tuttavia, secondo quanto emerso negli scorsi giorni, la famiglia Friedkin parrebbe piuttosto certa dei nomi da tenere obbligatoriamente a Trigoria per la prossima stagione.
Stiamo parlando dei giovani Baldanzi e Zalewski su cui costruire un progetto a lungo termine, di Mancini e N’Dicka per la fase difensiva e Cristante e Pellegrini sulla mediana. A prescindere dalla possibilità che arrivino offerte irrinunciabili per Lorenzo Pellegrini, in stato di grazia nelle ultime settimane, questi sembrerebbero essere i punti fermi per l’avvenire giallorosso. Recentemente, uno di questi ha manifestato con chiarezza le proprie volontà per il futuro.
Il centrocampo è senza dubbio alcuno il reparto in cui la Roma può godere di più sicurezze per il futuro, grazie alla presenza di svariati contratti ancora in essere dopo il 30 giugno 2024 e all’assenza di prestiti da restituire a qualcuno. Certo… anche in questo caso ci sono esponenti dalla partenza scontata, vedi il misterioso Renato Sanches.
Tuttavia, a differenza di difesa e attacco, dove i giallorossi verranno senza dubbio colpiti da un convinto restyling, sul centrocampo è più facile contare su coloro che in questo momento lo popolano durante le partite che i tifosi della Roma osservano dagli spalti. Uno degli esponenti più anziani (soprattutto in termini di anni passati nella capitale) e stimati del centrocampo giallorosso, si è recentemente concesso ad un’intervista al Corriere dello Sport, in cui ha detto la sua sul tema Mou, sull’eventuale conferma di Daniele De Rossi e, in particolare, sul suo futuro nella capitale.
Come specificato dallo stesso Bryan Cristante durante l’intervista, il suo rendimento all’interno della rosa capitolina non è stato immediatamente compreso dalla gran parte dei tifosi giallorossi, che ne hanno apprezzato equilibrio e qualità nel lungo termine. Si parte ovviamente dal tema Mourinho, ancora in voga nella piazza capitolina: “Mai stato contro Mourinho, sono tutte falsità. Il calcio funziona così: quando le cose non vanno bene, il primo che salta è l’allenatore. Anche se non è l’unico colpevole. I Friedkin hanno consultato i leader dello spogliatoio, me compreso, per chiedere un parere sull’eventuale esonero? Altra cavolata. Credetemi: abbiamo saputo cosa stava accadendo la mattina in cui la notizia è stata comunicata a Mourinho. La finale persa a Budapest è sembrata l’inizio della fine dell’era Mourinho? Non è stato solo questo, tante piccole cose non hanno funzionato”.
Si passa poi alla rivoluzione DDR e all’eventuale conferma sulla panchina dell’ex capitano giallorosso: “Ringrazierò sempre Daniele, che mi nominò come esempio durante la conferenza di addio alla Roma da giocatore. Ma da allenatore sta facendo delle cose incredibili. E non era scontato, visto il contesto difficile. Lo chiamo ‘Mister’, ma se prendiamo un caffè al bar, magari scappa di chiamarlo Daniele… De Rossi deve restare? Stiamo andando bene… E’ un sì? Sì”.
Impossibile poi non affrontare il tema rinnovo, ed è qui che l’ex atalantino lancia un segnale d’amore che lascia poco spazio alle interpretazioni: “Con i tifosi all’inizio in effetti abbiamo faticato ad amarci reciprocamente, ma negli anni credo che anche loro mi abbiano apprezzato. Ora mi vedo per sempre a Roma? Nella testa questa idea c’è. Ho ancora tre anni di contratto e qui la società sta costruendo una strada giusta. Unendo tutti i puntini della storia possiamo accorgerci di avere un grande potenziale”.
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