Squalifica ufficiale estesa in campo internazionale e due anni di stop per il calciatore. La decisione del Tribunale Sportivo è quella del pugno duro, ecco quando potrà tornare in campo.
Ha fatto il giro del web la vicenda che ha portato alla squalifica retroattiva di due anni una vecchia conoscenza della Serie A. Proprio in queste ore c’è attesa per le decisioni finali del Giudice Sportivo sulla vicenda che ha coinvolto Francesco Acerbi e Juan Jesus. Il difensore ex Roma ha accusato l’interista di aver pronunciato frasi razziste nei suoi confronti, ora il nerazzurro potrebbe chiudere anzi tempo la stagione, con il rischio di dover scontare dieci giornate di squalifica.
A proposito di squalifiche è andata peggio ad un ex Inter, il centravanti brasiliano Gabigol. Dopo una breve e non indimenticabile parentesi in nerazzurro il classe ’96 in patria ha ritrovato spazio e gol, ma ora deve fare i conti con la squalifica ufficiale che lo ha colpito in Brasile. L’attaccante del Flamengo è stato punito dal Tribunale Sportivo Antidoping con una squalifica retroattiva di due anni. Una sanzione che arriva dopo l’accusa di aver barato durante i test antidoping con il Flamengo e che rischia di tenerlo fuori dai campi fino all’aprile del 2025.
Squalifica ufficiale per Gabigol, frode nel test antidoping: due anni di stop
Una situazione nota anche in Serie A quest’anno, con le squalifiche inflitte prima a Pogba in casa Juve e poi al Papu Gomez nel Monza. Nello specifico l’accusa rivolta a Gabigol è quella di aver svolto il test antidoping solo dopo diverse ore rispetto al resto della squadra e senza aver rispettato il protocollo tecnico.
Il club rossonero ha annunciato con una nota ufficiale che presenterà ricorso contro la squalifica di due anni inflitta a Gabigol. Ecco la nota ufficiale del Flamengo:”Il Flamengo, preso atto dell’esito del processo contro il suo atleta Gabriel Barbosa, nel senso di applicare una pena sospesa a 2 anni, fino ad aprile 2025, con 5 voti di condanna e 4 di assoluzione, rende pubblico che ha ricevuto con sorpresa la suddetta decisione e che assisterà l’atleta nel presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS), poiché comprende che non vi è stato alcun tipo di frode, nemmeno un tentativo, per giustificare la sanzione applicata.“