Il futuro della panchina della Roma si decide a giugno, ma alcuni recenti sviluppi hanno modificato i possibili criteri di valutazione
Dieci partite, una sola sconfitta maturata contro una delle formazioni più efficaci e in forma d’Europa (l’inarrestabile corazzata nerazzurra di Simone Inzaghi), sei partite su sette vinte in campionato e, dopo ieri sera, l’andata degli ottavi di finale di Europa League vinta per quattro a zero, contro colui che attualmente si trova scritto e cerchiato nei taccuini di mezza Europa calcistica.
Difficile immaginare una partenza più soddisfacente di quella vissuta da Daniele De Rossi nelle prime settimane da allenatore della Roma e, adesso, in seguito al trionfo senza nei di ieri sera, i ragionamenti sul futuro della panchina giallorossa si fanno fitti e gustosi. Il terremoto che ha colpito numerose panchine di rilievo del panorama calcistico europeo è ancora in atto e, di conseguenza, occorre effettuare con precisione le necessarie valutazioni per il futuro della società capitolina.
Da Xavi fuori dal Barça a fine stagione, passando per il divorzio Tuchel-Bayern Monaco, gli attriti tra Giuntoli e Allegri, fino ad arrivare all’addio annunciato di Jurgen Klopp, i possibili incastri tra le panchine delle big europee possono generare numerosi scenari, che fino a pochi giorni fa comprendevano appieno la possibilità che anche la panchina di Trigoria si sarebbe liberata, con grande probabilità, a giugno. Tuttavia, la dolce rivoluzione compiuta da DDR, composta di freschezza tattica, grinta e tanto lavoro per donare nuovamente lustro a dei nomi impolverati dalla gestione Mou, ha nuovamente mescolato le carte in tavola.
Come riportato da calciomercato.it, Stefano Carina ha tentato, ai microfoni di Radio Radio, di trovare un criterio nel confuso mazzo delle panchine europee, mettendo al centro i risultati ottenuti da DDR: “De Rossi ha dimostrato che può stare alla Roma e avviare questo processo di ringiovanimento sul quale puntano i Friedkin“.
Carina prosegue: “Spero e mi auguro che la Roma non se lo lasci scappare e che una conferma non sia subordinata alla vittoria dell’Europa League o alla qualificazione in Champions. Ha dimostrato di poter allenare la Roma“. Il giornalista conclude: “A questo punto, o arriva uno tipo Klopp e allora tutti facciamo un passo indietro, altrimenti se deve essere un altro allenatore non vedo il motivo perché non possa essere De Rossi l’allenatore della Roma anche in futuro. Va firmato adesso“.
Sulla medesima lunghezza d’onda anche il collega Mario Mattioli: “La Roma era una squadra nevrotica, insuperabile e inqualificabile per lungo tempo. Si ci azzuffava con gli arbitri e i guardalinee, non si parlava mai di calcio. Adesso è una squadra corretta, che non fa più quelle cose e non sta più addosso agli arbitri. De Rossi ha normalizzato la Roma e questa per me è una qualità. Non so cosa faranno i Friedkin e se resterà questa proprietà, però io bloccherei subito De Rossi con un biennale“.
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