De Rossi-De Zerbi, amici fino a un certo punto: “Non te lo dico”

Ecco le parole di Daniele De Rossi alla vigilia del match tra Roma e Brighton, valido per l’andata degli ottavi di finale di Europa League

Reduci dalla scoppiettante vittoria con il Monza di Palladino, i giallorossi di Daniele De Rossi si preparano ad affrontare il primo dei due atti utlili a decretare chi passerà gli ottavi di finale di Europa League. Il duellante per DDR è proprio quello stesso De Zerbi a cui il comandante di Ostia guarda con ammirazione e stima, che fino a pochi mesi fa si trovava alla lavagna di Coverciano ad affinare le nozioni tattiche dell’ex capitano giallorosso.

Conferenza stampa De Rossi (Ansafoto) – Asromalive.it

DDR conosce Roberto come allenatore e il tecnico del Brighton potrebbe trovarsi a dover fare i conti con una Roma in stato di grazia, reduce da sei vittorie su sette appuntamenti nella massima lega italiana. Al contrario, per gli inglesi parrebbe un momento non particolarmente luccicante, tanto per una serie di infortuni pesanti, quanto per dei risultati poco rassicuranti in Premier. La ricerca di un sistema di gioco fatto di palleggio e trame complesse accomuna i due allenatori, il che potrebbe facilmente far pensare che domani, dalle 18:45, ci troveremo davanti ad un match frizzante, fatto di qualità, estetica e ritmi elevati.

Le parole di DDR

Si parte dal rapporto con De Zerbi: “Ho un bel rapporto con De Zerbi, sin da quando ero calciatore. Dopo le gare chiacchieravamo ed esprimevo la mia ammirizione per il suo gioco. Parlavamo del suo presente e del mio futuro. È un allenatore diverso e innovativo. Il Brighton ha ottimi giocatori, mi aspetto una gara complicata”. 

Ecco poi il commento sulle dichiarazioni dei calciatori del Brighton, ammirati dall’atmosfera che li aspetta all’Olimpico: “Penso che per qualsiasi calciatore è molto bello giocare qui, ma penso che anche loro sono abituati a giocare in stadi pieni in Premier, ma credo che qui il calore sarà ancora più alto

I giornalisti domandano a DDR dove si piazzerebbe il Brighton se stesse in Serie A e, soprattutto, se domani il tecnico giallorosso adotterà la difesa a tre o a quattro: “Non è facile fare un paragone. Sicuramente sono un club emergente, non hanno una storia decennale. Credo che Roberto stia dando un qualcosa di riconoscibile nel mondo, un marchio che si porta dietro. Da noi quarto è il Bologna e Roberto ha portato qualcosa di simile al Sassuolo. Penso che sia una cosa simile, ma è possibile soltanto se hai un allenatore con grandi idee o una società che può comprare calciatori giovani. A tre o a quattro? Non te lo dico

Ecco poi che DDR affronta il tema dell’approccio: “Voi fate una distinzione tra istinto e ragione con squadra difensiva o offensiva. Non penso ci sia una correlazione diretta. Credo che la Roma sia una grande squadra che deve rispettare il Brighton e come gioca, ma noi siamo la Roma. Sarà una grande partita. La prima cosa che dobbiamo sapere che il Brighton mette a giocare nella propria metà campo il Manchester City, il Chelsea, il Liverpool, l’Arsenal ma a volte prende delle imbarcate contro avversari meno facoltosi. Ci saranno varie partite all’interno della partita. Noi dovremmo essere bravi a giocarle e a vincerle entrambe. Dovremo stare attenti sia quando dovremo difendere che quando attacchiamo noi, spero più possibile. Capiterà che ci schiacceranno”.

Sul ranking: “Noi giochiamo le nostre partite per vincere. Magari possiamo dare un occhi diverso alle nostre connazionali che giocano in Europa. Poi bisogna arrivare quinti o quarti, ma lo guardiamo il giusto, come una storiella di Natale che se ci comportiamo bene ci fanno questo regalo. Ma a noi non cambia nulla“.

DDR parla dell’ambiente Roma e di quanto fatto sinora: “Sono soddisfatto, ma consapevole che non abbiamo fatto niente. Nessuno meglio di me conosce questa città, che cambia giudizi in un nanosecondo. Si diventa bravi e scarsi velocemente. Avevo già un rappporto con i giocatori ma crearlo allenatore è come ricrearlo. Non è solo capire le mie idee, è crederci. Non chiedo cose così speciali, ma i giocatori mi danno dimostrazione di credere in ciò che dico. Mi rende felice”.

Si parla poi delle fasce: “Karsdorp vediamo oggi come si sentirà. Ha alternato giorni in cui si sentiva bene ad altri no. Vediamo oggi la situazioni finale. Sulla sinistra impazzisco per la qualità, il livello e la personalità di Spinazzola e Angelino. Sono diversi tra loro. Non ci sono strategie preparate prima, qualche volta dipende da una rotazione, altre dalle caratteristiche degli avversari e altre ancora da quello che preferisco in quel momento“.

Arriva poi una domanda sullo “scarso” impiego di Edoard Bove: “Prima di Monza leggevo che con Mou aveva 61 minuti di media e con me ne ha 59′. Non mi sembra ci sia così tanta differenza. Ha iniziato poche volte la partita rispetto a Mourinho. Nella mia prima partita in Serie A è stato il migliore in campo. Ho grandissima fiducia in lui. Non lo vedo sulla fascia dove vorrei sempre giocatori più offensivi. Nel futuro può essere un gran mediano davanti alla difesa. Tecnicamente è migliore di quello che la gente pensa. Deve mettere la sua tecnica all’interno della partita e questa è una cosa che ci arrivi col tempo. Io stesso ho iniziato da pensatore e poi sono diventato un centrocampista box-to-box. Ci si arriva col tempo. Come essere umano è il ragazzo da far sposare alle nostre figlie. Non potrei essere più contento di lui. E’ la prima riserva a centrocampo, non c’è da vergognarsi. Quando entra dà sempre il massimo. Due settimane fa ha giocato titolare col Feyenoord e ha giocato benissimo“.

De Rossi commenta le differenze sul piano dell’esperienza europea delle due formazioni: “Dovrei vedere più Premier per vedere quanta differenza c’è. L’Italia penso si stia rilanciando. Penso che quando una squadra non è tanto abituata a giocare in certi palcoscenici può esserci un contraccolpo, ma poi hai ti aggrappi al campo, alle cose che uno conosce, alla struttura di squadra e loro questo lo sanno fare molto bene. Il gap d’esperienza rispetto ai nostri lo colmeranno con la conoscenza e noi dovremmo fare altrettanto per dimostrare che sia per esperienza, sia perché abbiamo giocatori di livello incredibile, probabilmente superiori a loro, porteremo a casa la vittoria grazie a questo. Sarà una partita difficile“.

Si conclude con una riflessione in merito alla dimensione più consona alla Roma in Europa e in Serie A: “L’ultima partita di Champions League della Roma c’ero io in campo e a me sembra di aver smesso da 20 anni. Da quel giorno la Roma non ha fatto una partita in Champions ed è inaccettabile, perché la Roma deve stare a quei livelli, nonostante come società la Roma stia meglio ora, di quando ho smesso. Al di là dei nomi, degli ingaggi, la Roma deve stare lì e fare le stagioni che ha sempre fatto, arrivare agli ottavi, ai quarti e una volta siamo arrivati non troppo lontani dalla finale, però il mio destino non è incrociato in questa maniera. I calciatori possono lottare per la Champions League con qualsiasi allenatore. Il loro valore è di una squadra che non può arrivare sotto il quarto posto nel campionato italiano“.

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