Il Fair Play Finanziario si prepara a colpire di nuovo e, stavolta, le conseguenze potrebbero essere dirompenti
La prossima finestra di mercato potrebbe riservare più di una sorpresa, a causa di un potere di acquisto in rapida metamorfosi per alcuni protagonisti del calciomercato del vecchio continente.
Se nelle scorse sessioni di mercato siamo stati abituati ad un sostanziale monopolio, esercitato da un campionato in particolare, a cui soltanto in pochi club del resto d’Europa riuscivano a resistere, ecco che il Fair Play Finanziario è giunto con prepotenza a sparigliare le carte in tavola.
“Quanto è forte questo calciatore… sicuramente lo comprerà una squadra di Premier League…”, negli scorsi anni siamo stati abituati a pensare in questi termini, consapevoli che le uniche eccezioni possibili potevano essere le regine della Liga spagnola, il PSG, il Bayern Monaco e, a tratti, la Juventus. Ecco, secondo il DailyMail, si tratta di un (dis)equilibrio destinato a subire profondi cambiamenti nel corso dei prossimi mesi. Il noto quotidiano inglese ha assemblato un mosaico di elementi che potrebbero diminuire sensibilmente l’efficacia della leva economica esercitata dal campionato inglese nel panorama calcistico contemporaneo, dove siamo sin troppo abituati a vedere acquisti con cifre fuori dal razionale.
Rappresentando il campionato più rinomato e ambito del mondo, nel terzo millennio la Premier ha attirato una gran quantità di investitori, pronti a mettere a disposizione dei club britannici cifre da capogiro. E’ così che ci siamo ritrovati a vedere trasferimenti caratterizzati da sborsi di capitale mai visti in precedenza che, sommati all’appetibilità del campionato in sé, lasciavano davvero poco spazio al resto d’Europa in termini di competitività sul mercato.
Il Daily Mail, tuttavia, ha annunciato come nel corso della finestra di mercato estiva tutto ciò potrebbe subire un deciso ridimensionamento. Difatti, le normative sul FFP hanno già colpito l’Everton, che lo scorso novembre si è ritrovato con ben 10 punti di penalità (ridotta a sei in appello) e il mese corso, assieme al Nottingham Forest, sarebbero stati nuovamente sotto accusa per via di una condotta economica al di fuori dei paletti imposti. Difficile non citare in tal senso il contesto Chelsea, dal quale sarebbero uscite più un miliardo di sterline in meno di due anni, per tentare di risalire nelle gerarchie della Premier.
Secondo quanto stabilito in precedenza, ai club britannici è concesso perdere fino ad un massimo di 105 milioni di sterline in un periodo complessivo di tre anni, che si conclude al termine del terzo anno contabile (ogni 30 giugno). Il tutto ha una naturale e inevitabile conseguenza: a meno che i club inglesi vogliano deliberatamente andare incontro a severe sanzioni, la prossima finestra di mercato potrebbe essere caratterizzata da una presenza meno ingombrante della Premier League.
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