Intervistato ai canali ufficiali ufficiali del club, Svilar ha toccato diversi argomenti. Eroe della serata contro il Feyenoord, l’estremo difensore della Roma ha toccato diversi temi.
Ironico, deciso, conscio delle sue qualità ma allo stesso tempo eternamente grato nei confronti di chi gli ha consentito di prendersi la scena. Come sempre, mai banale. Anche nel podcast diffuso sui canali della Roma, Mile Svilar non ha potuto far altro di prendersi la scena.
Lo ha fatto con la semplicità dei grandi calciatori. Di chi sa di aver messo un mattoncino importante della propria crescita, ma allo stesso tempo di chi ha tatuato la Roma come una seconda pelle. A Frosinone aveva già salvato il risultato in almeno tre circostanze con alcune parate da urlo. La definitiva consacrazione, però, si è materializzata nella magica notte di Europa League contro il Feyenoord. E proprio sulla sua corsa sfrenata sotto la Curva Sud dopo il gol di Zalewski – tra le altre – Svilar ha posto l’accento: “Non era una cosa pensata, ho sentito di farla in quel preciso momento. Sono molto felice di aver fatto quella corsa, rimarrà sempre nella mia memoria: è stato un momento emozionante. Quando ci penso mi viene un sorriso enorme: l’ho visto troppe volte in questi due giorni”.
Roma, dai Friedkin al Brighton: Svilar dice tutto
Svilar ha poi svelato il consiglio che gli ha fornito De Rossi prima che iniziasse la lotteria dei calci da rigore: “Mi ha detto ‘stai attento, guardano il VAR dopo ogni rigore per vedere se hai i piedi sulla linea’. Dopo il primo rigore ci ho pensato, poi capito che fosse regolare”. Mostrando il telefono all’intervistatore, Svilar ha quindi chiosato: “Hancko destra, Jahanbakhsh destra“.
Dopo aver svelato di aver avuto Casillas come modello, Svilar ha poi risposto in maniera approfondita a due domande in particolare. Una relativa al prossimo match di Europa League contro il Brighton: “Avversario tostissimo, sarà difficile ma credo in questa squadra. Ho la sensazione che possiamo arrivare lontano per fare qualcosa di speciale”.
Sull’abbraccio con Lukaku e la differenza rispetto a quando Big Rom lo abbracciò dopo il suo errore in Benfica-United: “Me lo ricordo, ma è stato un bel momento. Non avrei mai pensato di vivere una cosa del genere dopo 7 anni”. A proposito del rapporto con Rui Patricio: “Rui è un vero uomo, con lui ho una relazione buona. Quando a giocare è lui, faccio il tifo per lui e per la squadra”.
Infine, una battuta sul ruolo avuto dal padre nella sua crescita e un focus sul sostegno da lui avvertito da parte del club: “Mi sono allenato con mio padre quando era più giovane. Lui è stato come un maestro, il maestro più grande. Fiducia in me della società? Ho sempre avuto la sensazione che tutti ci credessero, il primo ero io. Dovevo lavorare, l’ho fatto. Ho avvertito anche il sostegno della proprietà. Ryan è stato con noi in pullman verso lo stadio“.