Gianluigi Buffon, ex portiere e attuale capo delegazione della nazionale italiana, ha parlato di vari temi durante un’intervista
A lungo portiere della Juventus e della nazionale italiana, dove ora come ora lavora nelle vesti di capo delegazione, Gianluigi Buffon è stato intervistato da Radio Romanista parlando di alcuni tematiche che riguardano il suo passato, tra cui varie riguardanti anche la squadra giallorossa.
La Roma è stata la sesta squadra più affrontata da Buffon in carriera dopo Milan, Inter, Lazio, Udinese e Fiorentina. L’ex estremo difensore ha sfidato i giallorossi per 36 volte, vincendo in 15 occasioni, pareggiando 11 volte e perdendo 10 per un totale di 41 gol subiti e 11 clean sheet. Buffon conta anche un cartellino rosso contro i giallorossi ovvero quello estratto da Tagliavento nel 2010.
Un fallo da ultimo uomo che fece finire la partita a Buffon dopo 83 minuti quando il risultato era ancora 1-1, prima del gol decisivo di John Arne Riise di testa al 93esimo. Uno dei tanti duelli storici di Buffon con la Roma, il primo datato 1996 quando dovette affrontare il tandem offensivo Balbo-Delvecchio, rimanendo con la porta inviolata. Ricordi di ormai quasi 30 anni fa.
Come detto, Gianluigi Buffon è stato intervistato da Radio Romanista e ha parlato della sua amicizia con Francesco Totti e dei riscontri in campo: “Quel gol me lo ricordo come se fosse ieri, perché nella carriera di ognuno di noi, come nella vita, ci sono delle immagini e delle situazioni che vedi sempre in maniera nitida. Me lo ricordo perché venimmo a Roma e pareggiammo 2-2 ma cominciammo male nel primo tempo, andando sotto 2-0. C’è stato anche un momento in cui ho pensato che sarebbe finita in goleada. Il primo dei due gol lo fece Francesco, su errore d’impostazione di Thuram, Paulo Sergio intercettò il pallone e lo mise con i giri contati in profondità a Totti. Lui in velocità, quando era giovane aveva uno spunto fisico non indifferente, riuscì a superare Apolloni e Sensini. Quindi ho in mente quest’immagine con lui che si ritrova al limite dell’area e io che ero uscito dai pali per accorciare un po’ ma Francesco ebbe la bravura, la lucidità, la scaltrezza e anche l’arroganza di provare ad uccellarmi con un cucchiaio di sinistro in corsa che gli riuscì benissimo. Mentre vidi che stava tentando quella giocata, pensai che non mi avrebbe mai battuto, perché era in corsa e per fare una cosa del genere devi avere una grande sensibilità e una qualità particolare. Quindi, io feci due errori: la posizione e pensare che potesse sbagliare”.
Inoltre, Buffon ha parlato di un retroscena che lo ha visto molto vicino a vestire la maglia della Roma: “Quell’anno mi trasferii alla Juventus, che tra l’altro si palesò a giugno, quindi più tardi rispetto ad altre società. Qualche mese prima il mio procuratore andò a parlare a Barcellona mentre agli inizi di maggio, a casa mia a Parma, venne a trovarmi Franco Baldini, in quel momento direttore sportivo della Roma con cui parlai dei possibili programmi futuri giallorossi. A me piaceva l’idea di giocare con il mio amico Totti, ero giovane e mi affascinava una piazza con quei picchi di entusiasmo, quindi la possibilità c’è stata. Così come c’è stata più recentemente, nel 2011, quando alla Juventus arrivò Antonio Conte che impose però la mia permanenza. Senza il suo arrivo e soprattutto senza quel veto, il mio trasferimento alla Roma stava diventando un’occasione concreta. Quindi qualche opportunità c’è stata ma alla fine è andata così, è stato bello e credo giusto così”.
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