La Serie A come la conosciamo potrebbe subire un’importante revisione, atta a ricostituire un assetto risalente a vent’anni fa
Era la stagione 2004/05 quando nella massima lega italiana si passò da diciotto a venti squadre partecipanti al campionato e, da allora, si sono sprecate le polemiche e le diatribe per tornare alla vecchia formula a diciotto partecipanti.
Diversi interessi in ballo e il pressing delle big avrebbe fatto riemergere con prepotenza il tema, riaprendo concretamente alla possibilità di tornare a diciotto club. Nelle ultime ore, sono giunti aggiornamenti di peso sulla questione.
Il campionato di Serie A si spacca in due, tra le società che spingono per tornare all’assetto che caratterizzò il campionato fino all’inizio del ventunesimo secolo e quelle che, al contrario, vorrebbero rimanere ancorate al “nuovo” ordinamento a venti squadre. Le motivazioni dietro a queste due posizioni sono piuttosto evidenti e si acuiscono all’avvicinarsi agli estremi della classifica: chi ricopre la zona retrocessione, per ovvi motivi, non ha intenzione di vedersi tagliato fuori di netto dalla competizione; mentre, chi orbita nella zona dal settimo al primo posto, ha tutti gli interessi nell’alleggerire il più possibile l’impegno della massima lega italiana, così da non trovarsi in affanno a causa delle competizioni europee (con la Champions pronta a divenire un mini campionato), della Coppa Italia e dell’imminente Mondiale per Club.
Un tavolo di discussione è stato aperto lo scorso lunedì, con i dirigenti di Juventus, Inter e Milan seduti per avallare un futuro di una Serie A più snella. Le tre big della Serie A, come già precisato, non sono le uniche intenzionate a concretizzare questa restaurazione. Difatti, anche Roma, Fiorentina, Napoli e Lazio, secondo quanto riportato da La Stampa, sarebbero a favore. Tuttavia, per sbloccare realmente la prospettiva ‘Serie A a diciotto squadre’, occorrono ben 14 voti a favore… E’ proprio qui che entra in gioco Claudio Lotito.
Si sa, la Lazio e il suo presidente sono da sempre particolarmente vicine alle realtà provinciali della massima lega italiana e, in tal senso, questa rinomata sintonia potrebbe rappresentare un peso importante su piatto della bilancia. Il numero uno dei biancocelesti, oltretutto, è da sempre un sostenitore della retrocessione a due squadre – al posto di quella attuale a tre – con conseguente spareggio tra la terzultima della Serie A e la terza della Serie B, proprio come avviene in Germania.
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