Ivan Zazzaroni ha occupato lo spazio di un editoriale per commentare nuovamente l’uscita di Tiago Pinto, in relazione all’esonero di Mourinho, consumatosi in circostanze controverse
Mentre si avvicina il momento dell’annuncio di nuovo direttore sportivo della Roma, si stanno ancora sprecando parole in merito all’esperienza maturata da Tiago Pinto nella città eterna, in particolare da parte del direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni.
Dopo avergli augurato un futuro brillante e, dunque, aver seppellito l’ascia di guerra dialettica nei confronti del direttore sportivo uscente, il direttore del Corriere dello Sport ha riacceso le polemiche, con un severo editoriale speso per redarguire il ds portoghese, in merito alle circostanze del suo addio, ma soprattutto in relazione all’esonero di José Mourinho.
Zazzaroni sembrerebbe non aver gradito affatto il comportamento di Tiago Pinto sui social, dove avrebbe salutato la città eterna, omettendo un importante ringraziamento. Ecco che il direttore del quotidiano sportivo, adirato dalla mancanza di gratitudine, ha svelato un retroscena particolare sull’esonero di José Mourinho. Zazzaroni esordisce: “Mi ero ripromesso di non scrivere più una riga su Tiago Pinto, volevo dimenticarlo. Ma niente, me le tira fuori. Ieri il Nostro ha salutato la Roma e i tifosi con un post su Instagram che mi è stato girato più volte, non avendo io social. Bene, non un accenno a Mourinho, all’allenatore che l’ha portato per due volte in finale in Europa, cosa che non gli capiterà più nella vita. Mi auguravo che almeno una parola la spendesse. Zeru palavras”.
E’ a quel punto, che Zazzaroni affonda il colpo: “E allora spendo la confidenza di un dirigente della Roma che non avrei voluto riportare. Quando è uscita la notizia delle dimissioni di Pinto, a Trigoria gli hanno sentito dire «qualcuno andrà via prima di me». L’esonero di Mourinho era ampiamente programmato. Da mesi e per ragioni che esulano dall’aspetto tecnico. Bisognava soltanto aspettare il momento giusto. Che è arrivato a metà gennaio”. Rivelazioni inaspettate, che renderebbero vani e piuttosto bizzarri i vari ultimatum che sarebbero stati recapitati a Mou nell’ultimo periodo. Dunque, le lamentele giunte per i deludenti risultati, arrivati peraltro all’interno di una sezione di calendario a dir poco proibitiva e in un periodo pregno di infortuni e partenze per le varie Coppe (d’Africa e d’Asia), non sarebbero l’elemento scatenante dell’esonero di Mou che, secondo quanto riportato da Zazzaroni, sarebbe stato programmato mesi or sono.
Zazzaroni conclude con una tagliente citazione, diretta con vigore all’ex direttore sportivo giallorosso: “L’ingratitudine è una mescolanza di egoismo, orgoglio e stupidità. Non l’ho detto io, ma Renato Cartesio, per tutti Cartesio. Che la sapeva lunga e non gioca mediano nel Rio Ave”. Parole forti, che recidono di netto l’addio garbato e civile che il direttore del Corriere dello Sport aveva riservato a Pinto e confermano la strenua difesa che Zazzaroni ha esercitato nei confronti dello Special One.
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