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Mourinho alza la voce e punta il dito: “È ridicolo”

Milan-Roma, José Mourinho parla in conferenza stampa in vista del match di domani sera a San Siro. Le sue parole live

José Mourinho nell’ultima conferenza stampa, quella alla fine del derby, è stato assai polemico con il direttore di gara, Orsato. E anche con il Var: “Il derby lo hanno deciso a Milano” ha detto lo Special One. E oggi torna comunque a parlare in vista della sfida di domani sera a San Siro contro il Milan.

Mourinho sta parlando in conferenza stampa (Lapresse) – Asromalive.it

Sfida delicata, perché si parla anche di un possibile esonero del tecnico portoghese. Beh, in questo momento la cosa certa è che sembra complicato anche il rinnovo alla fine della stagione. I risultati, e sappiamo benissimo che alla fine contano solo quelli, sono quelli che sono. Una Roma che non riesce in nessun modo, anche per via delle assenze, a dare una svolta alla propria stagione. Servirebbe un difficilissimo colpaccio a Milano.

Milan-Roma, Mourinho live in conferenza

Sull’assenza all’allenamento: “Sono stato fuori da Roma 15 ore, mi sembra ridicolo giustificarmi di questo, ma non accetto che il cuore per il mio lavoro e la responsabilità con il club, venga messa in discussione. Non è giusto, perché io sono l’esempio perfetto della professionalità. Non ho mai perso una partita, non sono mai stato malato. Un allenamento di recupero per quelli che hanno giocato, e 6 che non hanno giocato, e un allenatore che non c’è, con il permesso di tutti. Non mi sembra corretto”. Mou punta il dito contro i giornalisti quindi, quelli che gli hanno contestato l’assenza.

José Mourinho (Ansafoto) – Asromalive.it

“Come si riparte? Abbiamo fatto tante cose buone nonostante i limiti. Anche cose meno buone. Quello che abbiamo fatto lo abbiamo analizzato ieri, parlando, e sempre alla ricerca di migliorare. Si riparte, dal mio punto di vista personale, come ho sempre fatto da 23 anni“.

“Affrontiamo una squadra che gioca per vincere lo scudetto, ma sembra che la distanza che hanno non sarà facile. Il Milan però è una squadra lì, hanno perso qualcuno dietro. A centrocampo e in attacco ce li hanno tutti. Dietro ne hanno perso qualcuno ma hanno presi già due, Terracciano e Gabbia. Una squadra che sicuramente vuole vincere”.

“Qualcuno sembra che non sappia le difficoltà che abbiamo. Ieri ho parlato con i giocatori anche dell’atteggiamento. Per questo non c’è nulla che vorrebbe dire ai giocatori una cosa che io non ho detto. Risparmio i nomi, se un giocatore sbaglia individualmente la direzione è sempre una e dire che la responsabilità dell’allenatore”.

“Ieri è stata una riunione dura per alcuni. La squadra difensivamente è stata ottima, non ha avuto nessun tipo di problema. Abbiamo preso un gol su una rimessa laterale nostra, trasformandola in un calcio d’angolo”.

“Io sono anche la società, non sono un dirigente, ma alleno, e mi sento della società. Io voglio essere sempre leale e corretto con tutti. Non è solo un dovere ma anche è il mio modo di essere. In questo momento le mie parole sono molto obiettive. Non so quanti derby ho giocato, 200 forse, sono state sempre partite speciali. Ho vinto, pareggiato o perso ma con un modo diverso di viverla. A Roma ho capito quello che significa il derby: quello che abbiamo vinto è stato pesante, è stato un derby di umiliazione. Quelli che abbiamo perso solo per un dettaglio, personale o arbitro. Lo abbiamo sempre fatto con la dignità di chi dà tutto, e siamo sempre usciti con la testa pulita, nel senso di aver dato tutto”.

“Io capisco che la gente non è contenta per qualche situazione che per me è fuori dal contesto perché il calcio è un gioco collettivo, non singolo. Qualche volta quello che esce da qui dentro è vero, altre volte non è vero. Io non risparmio nessuno, non risparmio nemmeno me stesso. Io ieri ho identificato una partita dove non ero contento con me stesso e l’ho detto ai giocatori, perché devo anche dimostrare questo. Se invece sono sicuro di me stesso mi sento anche io tradito da qualche errore”. 

“All’inizio abbiamo perso 8 punti in 3 partite dove non c’era la squadra per giocare. E siamo a 4 punti dalla Champions. Adesso abbiamo un altro periodo difficile, dove ci sono molte assenze. E questo è difficile. Quindi si deve vedere questo. Se la gente ignora tutte le difficoltà non è giusto”.

“Domani sarò in tribuna in un habitat dove non sono ben voluto. Andiamo lì con la certezza che i ragazzi daranno tutto”.

“Dybala? Penso non ci sarà nel gruppo”. 

“Trovare la soluzione per giocare senza Dybala non è lo stesso problema che ha Guardiola che quando non gioca Haaland gioca Alvarez. Non è lo stesso per Pochettino, e nemmeno per Klopp che quando non gioca Jota gioca Nunez. Io ripeto, che non sto incolpando nessuno. Incolpo quelli che non capiscono. La Roma vive una situazione dal punto di vista del FPF che ha grandi limitazioni. E questo si vede nel campo quando ci sono dei problemi, e non si può nascondere. La Roma ha fatto uno sforzo economico per avere Smalling, non ce lo ha, e non può averne un altro. La Roma ha fatto uno sforzo per avere in prestito Renato, e non c’è, e non ne possiamo avere un altro. I paletti non ti permettono di avere un altro nello stessa posizione. Dybala è un giocato speciale, che negli ultimi anni ha giocato in una squadra che ne aveva speciali come lui. Qui è un giocatore che è unico. La partita contro la Fiorentina sembrava da 3-0, non è Belotti che fa quella connessione, né El Shaarawy. E nemmeno Joao Costa che sarà convocato e magari gioca domani”. 

Paulo non gioca titolare, già non è la stessa. Farà qualche cambio. Qui non esiste l’intenzione né di punire e nient’altro. C’è solo cercare di costruire un puzzle tattico e fisico che ci possa permettere di competere a San Siro”.

Giuseppe Mustica

Classe '88, nato e cresciuto in Calabria, seguo da sempre lo sport e in particolare il calcio, ma sono innamorato anche del ciclismo. Mi piace raccontare i fatti, annusando la notizia e verificandola. E ovviamente seguo la Roma, anche quella femminile

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