Il futuro di José Mourinho a Trigoria è oggetto di discussione costante e, da poco, è spuntata una nuova opzione per lo Special One
Al netto dell’affetto e della stima nutrita da numerose frange della tifoseria capitolina, il futuro di José Mourinho nella città eterna è innegabilmente avvolto da un massiccio velo di mistero.
La scadenza del contratto a giugno dell’anno corrente, apre ad una serie di possibilità succulente per lo Special One, tra le quali inizia a farsi spazio una soluzione in particolare.
La nuova strada per lo Special One, sarebbe stata aperta da un prolungamento di contratto avvenuto in Spagna: Carlo Ancelotti, attuale tecnico del Real Madrid, avrebbe confermato la propria presenza sulla panchina dei blancos fino al 2026. Come un battito di farfalla può significare un uragano dall’altra parte del mondo, il prolungamento di Carlo Ancelotti ha causato un terremoto nella federcalcio brasiliana, che aveva pensato concretamente di affidare la seleção al tecnico originario di Reggiolo. Consci dello sfumare di tale possibilità, i vertici della nazionale brasiliana starebbero valutando seriamente la possibilità di chiamare José Mourinho al proprio timone. Il ruolo di tecnico verde-oro è attualmente ricoperto da Fernando Diniz, il quale, verrà probabilmente sostituito entro la Coppa America di giugno.
Non vi sono dubbi… Divenire l’allenatore del Brasile è certamente una responsabilità e un onore per qualunque allenatore, ma i piani di Mourinho parrebbero essere lontani dal Sud America. Difatti, lo Special One ha ricevuto innumerevoli offerte, tra le quali spiccano senza dubbio la possibilità di fare cassa in Arabia Saudita, accettando il contratto più remunerativo di sempre per un allenatore (almeno secondo le parole dello stesso Mou), oppure la via della Premier League, con un Newcastle sempre più intenzionato ad una rivoluzione nell’area tecnica. Insomma… Mou è ancora oggetto di desiderio di svariate società e realtà, ma, secondo il Corriere dello Sport, il cuore del tecnico portoghese sarebbe saldamente a Trigoria in questo momento. Secondo il quotidiano sportivo sopracitato, infatti, il profondo legame costruito in quasi tre anni di conduzione, avrebbe segnato inevitabilmente lo Special One.
C’è anche da evidenziare, tuttavia, la presenza di crescenti gruppi della tifoseria particolarmente critici nei confronti dell’ex allenatore del Tottenham: un sistema di gioco piuttosto conservativo, che pare entrare in crisi anche contro le più piccole in termini di palleggio, avrebbe stancato alcuni tifosi, a cui sembra non bastare più il carisma e la personalità dello Special One. In questi termini, alla luce dell’evidente evoluzione che il calcio ha subito nel corso degli ultimi anni, una nazionale potrebbe essere il terreno di gioco ideale per un allenatore che, più che la raffinatezza tattica, ha sempre prediletto la gestione psicologica, tanto individuabile, quanto collettiva.
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