Addio Orsato, la ‘minaccia’ dell’Arabia Saudita è sempre maggiore: stipendio raddoppiato e scacco emblematico. Ecco cosa sta succedendo.
Da almeno due anni a questa parte si sta assistendo alla crescita e allo sviluppo di un movimento calcistico miliardario e in grado di competere sempre più seriamente con le latitudini europee. Si tratta, come ovvio, del calcio arabo, distintosi fin qui per una serie di approdi e trasferimenti di grandissima importanza, basati sul versamento di cifre di denaro quasi impensabili per numerose realtà del nostro continente.
Se fino a qualche tempo fa si credeva potesse trattarsi di una ‘moda’ passeggere, in pieno stile USA o Cina, il nome e il calibro degli elementi coinvolti e attirati dalla progettualità e dai guadagni persici impedisce di creare parallelismi evidenti con quanto già accaduto in passato col mondo americano o orientale. Come ammesso dallo stesso Mourinho, il punto di svolta sarebbe stato rappresentato dall’arrivo in Arabia Saudita di Cristiano Ronaldo, il cui fascino e il cui nome, indipendentemente dal passare del tempo, ha richiamato profili anche più giovani e non meno altisonanti nel corso di questi anni.
Arabia Saudita, non solo calciatori e allenatori: anche Orsato può dire addio
Cosa accadrà e quali saranno le evoluzioni di un movimento calcistico in questa fase alle prese con tante situazioni delicate tra cui, in particolar modo, quella della Superlega, non è certamente semplice dirlo. Quanto ricostruito e descritto in queste ore da Tuttosport potrebbe però infiammare ulteriormente preoccupazioni e timori circa il peso e l’ingerenza del calcio e della potenza araba in questa particolare parentesi storica.
Non solo giocatori o allenatori ma anche il rischio di vedersi scippati importanti addetti ai lavori del mondo arbitrale: questa la descrizione preoccupante sulle colonne del giornale piemontese, a cura di Giampaolo Calvarese, che ha parlato della possibilità di vedere Daniele Orsato approdare nel golfo persico prossimamente.
Il fischietto veneto, annoverabile certamente sul podio delle eccellenze nostrane e del movimento arbitrale tutto, sarebbe infatti finito nel mirino del campionato arabo, dove nel corso di quest’anno ha già avuto occasione di arbitrare diverse gare. Con uno stipendio raddoppiato e la possibilità di scegliere una doppia strada per la propria carriera (continuare ad arbitrare o divenire dirigente), il rischio di vederlo andar via non è da considerarsi remoto, lanciando in questo modo un chiaro ed evidente messaggio da parte di un movimento calcistico sempre più in espansione e, di fatto, divenuto autentico competitor di quello europeo.