La rosa della Roma potrebbe subire una profonda rivoluzione a fine anno, con l’estromissione di numerosi calciatori.
Mentre la città eterna si spacca tra chi addossa ogni colpa allo Special One e chi crede che il portoghese stia facendo miracoli con una formazione appena abbozzata, la proprietà giallorossa sembrerebbe seguire con fiducia l’interpretazione di Mou e, di conseguenza, sarebbe pronta ad una vera e proprio rivoluzione a giugno.
La gran parte dei calciatori che in questo momento rappresentano la spina dorsale della Roma, sono stati inseriti dalla Gazzetta dello Sport nel calderone dei possibili epurati a fine stagione.
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Pochi, pochissimi superstiti dalla lista della Gazzetta, che non fa prigionieri. In poche parole, il celebre quotidiano, si schiera con convinzione dalla parte di Mou, che nel corso degli anni, ha più volte evidenziato la questione personalità, della quale la gran parte dei calciatori giallorossi sarebbe piuttosto sfornita. Le aspettative intorno al rendimento di numerosi calciatori attualmente titolari, sarebbero state tragicamente disattese e, a fine stagione, è possibile la concretizzazione di una profonda rivoluzione. Emblematica in tal senso la recente dichiarazione di Mou, che ha affermato di essersi addolcito nel corso del tempo, per via della psicologia particolarmente precaria di alcuni componenti della rosa capitolina: “Se mi comportassi ora come facevo ai tempi del Chelsea, i giocatori non giocherebbero. C’erano volte che all’intervallo rompevo tutto e quei ragazzi entravano in campo e uccidevano gli avversari. Oggi non lo potrei fare, o solo con certi giocatori, perché altri si nasconderebbero e non vorrebbero la palla. È una cosa che si può fare solo con certi profili”.
Lo Special One, avrebbe persino affermato che, in alcuni casi, le trasferte della squadra abbiano destabilizzato la serenità di alcuni calciatori, fin troppo attaccati al calore familiare, senza il quale le loro performance calavano drasticamente. Tra i principali destinatari di tali sentenze, c’è senza dubbio Aouar, che nel corso delle settimane, ha senza dubbio manifestato una certa trasparenza sul piano mentale. Le qualità tecniche non mancano, ma nelle occasioni in cui gli è stato chiesto di prendere in mano la fase offensiva giallorossa, donando estro e idee ai giallorossi, l’algerino è sparito dal gioco. Come lui, anche N’dicka, su cui attualmente Mou deve necessariamente fare affidamento causa infortuni, naviga in un frustrante limbo tra la mediocrità e l’evanescenza. Si unisce alla lista anche Leonardo Spinazzola che, seppur sensibilmente più utile dei colleghi sopracitati, vede il suo contratto in scadenza a giugno e, alla luce di prestazioni non esaltanti, il club potrebbe persino sperare che dall’Arabia si facciano nuovamente avanti alcune società, cosi da capitalizzare l’investimento.
Vi è poi il capitolo infortuni, dove spiccano Chris Smalling e Renato Sanches. Il primo prosegue nella sua sfortunata vacanza in infermeria, accompagnata da svariate frecciatine da parte del proprio mister, che lo accusa di non giocare a causa di problemi trascurabili. Il secondo evita di donare certezze a Mou, risultando più disorientante che altro. Mancano all’appello della Gazzetta anche Celik, sempre più superfluo nel 3-5-2 di mourinhiana concezione, Lorrente e Azmoun. Questi ultimi, non hanno deluso le aspettative, soprattutto nel caso del difensore spagnolo (protagonista di prestazioni degne di nota), ma potrebbero ugualmente rientrare nel piano di ristrutturazione della società, cosi da rimpolpare le casse e proiettarsi verso nuovi investimenti. Intanto, cresce prepotente una frangia di tifosi che non intravede in una profonda rivoluzione dell’organico, la reale soluzione ai problemi della Roma, ma, piuttosto, crede che l’assenza di un reale sistema di gioco, stia condannando tutti i calciatori in rosa, dai meno convincenti, agli intoccabili.