Nel corso di una recente intervista, Carlo Ancelotti è tornato a parlare della Roma, dando la sua opinione sul lavoro di Mourinho nella capitale
Carlo Ancelotti è da sempre legato a Roma e alla Roma e, durante un’intervista ai microfoni di TV7, ha parlato di Mou e del suo percorso sulla panchina giallorossa.
L’ex calciatore di Roma e Milan, nonché uno degli allenatori più importanti e vincenti della storia del calcio, ha analizzato le similitudini tra se stesso, lo Special One e anche Massimiliano Allegri, un trio che, secondo l’allenatore del Real Madrid, sarebbe accumunato da diversi fattori.
Due filosofie a confronto
In un panorama calcistico in continua evoluzione, dove un certo Pep Guardiola ha profondamente influenzato gli allenatori che oggi si approcciano a questo sport, Ancelotti rappresenta orgogliosamente la filosofia diametralmente opposta, fatta di gestione umana e praticità, piuttosto che di raffinatezza tattica e ricerca dell’estetica calcistica: “Io, Mourinho e Allegri siamo la vecchia generazione che battaglia con la nuova, siamo tecnici pratici. Sono contento che Mourinho sia alla Roma perché credo sia l’allenatore giusto per quella squadra”. Un confronto particolarmente attuale e affascinante, che vede contrapporsi, appunto, due visioni del calcio semplicemente appartenenti a due epoche diverse. Una sfida che, alle volte, trova emblematica rappresentazione in alcune partite, come lo stesso derby, in cui la ricercatezza tattica di Maurizio Sarri, ha incontrato la concretezza caratteriale di mister 26 titoli.
Come Allegri con il Napoli di Sarri, o Ancelotti con Guardiola, Mourinho è uno degli ultimi allenatori che incarna con precisione un’idea pratica di calcio. Ancelotti, ha anche speso parole nei confronti della situazione di Allegri a Torino: “Per quanto riguarda Allegri leggo che non entusiasma per il gioco della squadra, ma c’è da dire che ha riportato la Juve ai primi posti”. Insomma, concretezza contrapposta a ricercatezza, il cinismo del risultato a tutti i costi contro la poesia del bel gioco, il corto muso preferito alla barocca ricerca del sofisticato. Solo il tempo saprà dirci chi sarà il vincitore, ma di una cosa Ancelotti è certo: alla Roma, nonostante le infinite polemiche sulla povertà del gioco, serve Mourinho. Intanto, nella città eterna, non accenna ad assopirsi la speranza che Ancelotti, prima o poi, decida di onorare gli otto anni passati a Roma, sedendosi sulla panchina giallorossa.