Occorrono soltanto due mesi, al nuovo presidente nel Lione, per cacciare Fabio Grosso dalla panchina. Ora, si naviga a vista fino al prossimo allenatore.
Finisce letteralmente in fretta e furia l’avventura professionale di Fabio Grosso a Lione. L’ex terzino, che nel 2006 affossò la Francia con il rigore decisivo del mondiale, viene ora rigettato dalla Ligue 1, o almeno dalla società che si era affidata a lui, per tentare di bonificare un contesto a dir poco disagevole.
Sette punti in 12 partite, una vittoria, tre pareggi e quattro sconfitte. Questi sono i freddi numeri dietro la disfatta di Grosso, che, come ricorderete, rischiò persino di perdere un occhio durante il violento attacco dei tifosi del Marsiglia al pullman del Lione.
Grosso, nonostante le desolanti statistiche sopracitate, più che fallire come gestore, ha semplicemente mancato di compiere un miracolo: la formazione raccolta in corsa dall’ex allenatore del Frosinone, difatti, si trova all’interno di un travagliato processo di trasformazione, causato dal traumatico rinnovamento, dopo 36 anni, della proprietà. Si passa dalla presenza di un connazionale come Jean-Michel Aulas, ad un presidente statunitense, che risponde al nome di John Textor. Il passaggio di proprietà non ha evitato di lasciare svariate macerie nel percorso del Lione, che ha iniziato la nuova avventura con Textor in assenza di reale serenità nell’ambiente. Il predecessore di Grosso, Laurent Blanc, si è trovato a dissentire sovente con le scelte della nuova proprietà, di cui difficilmente condivideva la rotta segnata.
E’ all’interno di questo quadro dalle tinte scure, che Fabio Grosso, reduce dall’ottima esperienza maturata con il Frosinone – condotto in Serie A – fa il suo ingresso a Lione. Le intenzioni sono delle migliori e la voglia di proporre idee e freschezza non manca all’allenatore romano. Ciò che lo aspetta, tuttavia, non corrisponde neanche lontanamente alle aspettative, anche e soprattutto a causa di un esplicito conflitto interno tra i senatori – Lovren, Tagliafico, Tolisso e il capitano Lacazette – e le new entry. Poco o nulla hanno tamponato le coraggiose mosse di Grosso, che, anche nell’ultima rovinosa e decisiva sconfitta con il Lille, ha disperatamente tentato di salvare la baracca con scelte azzardate a metà gara, come a simboleggiare un emblematico all in sulla propria esperienza francese. La mano, anche questa volta, non ha sorriso al tecnico, che ha lasciato il timone a Pierre Sage (direttore del centro di formazione), che condurrà il fatiscente vascello nelle prossime giornate, fino all’assunzione di un nuovo allenatore.
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