Esclusione UFFICIALE dal Mondiale, arriva il comunicato ufficiale che spiega tutto: non partecipano all’edizione del 2026.
Terminata l’ennesima parentesi importante di un campionato che ha saputo fin qui regalare non poche emozioni e sorprese, in queste due settimane andrà in scena la terza pausa per gli impegni della Nazionale, contraddistinta anche in casa Italia da una forte attenzione nei confronti di impegni fondamentali per il percorso degli uomini di Spalletti e non solo. Dopo un periodo complicato in casa azzurra, infatti, l’ex tecnico del Napoli sta provando a trovare una quadratura del cerchio che garantisca il raggiungimento dell’obiettivo attualmente fondamentale per la nostra Nazionale.
Ci riferiamo, chiaramente, alla qualificazione al prossimo Europeo, da centrare non solo per lo status di vincitrice che attualmente coinvolge Cristante e connazionali ma anche per poter finalmente ripartire dopo la doppia e reiterata delusione Mondiale nel corso di questi ultimi anni. Proprio per quanto concerne la competizione FIFA di maggiore prestigio, intanto, arrivano non trascurabili novità circa un’esclusione ufficiale destinata a fare non poco rumore.
Mondiale 2026, annuncio UFFICIALE: l’Eritrea rinuncia alla partecipazione
Come noto, la prossima edizione si svolgerà nel 2026 tra Canada, Stati Uniti e Messico, offrendo la novità della formula a 48 squadre qualificate nella fase finale. Proprio mentre nel nostro continente il pensiero è al prossimo Europeo, in Sudamerica si stanno già disputando i lunghi turni del girone unico, anticipando una fase prossima ad entrare nel vivo anche in Africa.
Proprio in vista del prestigiosissimo evento, intanto, la FIFA e la federazione calcio africana CAF hanno annunciato la rinuncia dell’Eritrea alla partecipazione al prossimo Mondiale: il girone E vedrà dunque protagoniste solamente le squadre rimanenti, ossia Marocco, Zambia, Congo, Tanzania e Niger. I motivi di tale rinuncia sono da ricercarsi nel timore della federazione locale che i giocatori potrebbero chiedere asilo politico in massa una volta aver lasciato il Paese, in questo momento in condizioni politiche instabili.