Asromalive.it ha intervistato Tiago Nunes, l’allenatore che ha lanciato Lucas Piton, obiettivo della Roma, al Corinthians
A caccia di rinforzi a sinistra vista l’imminente scadenza di contratto di Leonardo Spinazzola (giugno 2024), la Roma nelle scorse settimane ha chiesto informazioni anche su Lucas Piton. Ventiduenne con passaporto italiano, il mancino del Vasco da Gama è stato lanciato nel calcio professionistico nel Corinthians da Tiago Nunes, allenatore dello Sporting Cristal che Asromalive.it ha intervistato in esclusiva.
“Nel 2020 l’ho chiamato in prima squadra al Corinthians perché mi ha colpito il suo potenziale tecnico, lui aveva iniziato la sua carriera nella squadra di futsal del club e aveva giocato anche nella Seleçao brasiliana di futsal. Dopo ha iniziato a giocare a calcio, principalmente come esterno sinistro. Avevo visto però sin da subito una buona capacità di gioco di squadra, di gioco corto e buon dominio dei tempi e dello spazio. Toccava la palla con grande qualità. La sua tecnica, la sua mentalità e la sua capacità di comprendere la tattica sono stati gli elementi chiave per farlo debuttare con il Timao”.
Tiago Nunes: “Piton pronto per la Roma, Mourinho allenatore ideale”
Dopo averci raccontato le origini del calciatore, la chiacchierata con Tiago Nunes è virata sulla stretta attualità.
Lucas è pronto per l’Europa e per una squadra come la Roma?
Credo proprio di sì. Per la sua mentalità, per la sua conoscenza del gioco, per la capacità di riconoscere i tempi della giocata, ma anche per il fatto che in Brasile ha giocato in club dove c’è una pressione importante. Ovviamente è un calciatore che può ancora migliorare alcuni aspetti tecnici e individuali, ma nel complesso sì, è un giocatore di grandi potenzialità. Ha tutte le caratteristiche per giocare in Europa e anche in un grande club come la Roma. Corinthians e Vasco da Gama sono grandi club, in cui è difficile giocare perché la tifoseria lì è molto passionale, e l’ambizione è sempre quella di vincere. Per questo penso che anche sotto l’aspetto mentale è pronto per una big europea.
Mourinho può essere l’allenatore ideale per una prima esperienza in Europa?
Mourinho è l’allenatore ideale per qualsiasi giocatore. È un top, un riferimento per tutti a livello mondiale. Per quanto riguarda Piton nello specifico, credo che possa aiutarlo anche perché Mourinho conosce molto bene la cultura del calcio brasiliano, la testa e la cultura del calciatore brasiliano. Anche il fatto di parlare la stessa lingua potrebbe favorire il calciatore. Non sono sicuro che sia così facile adattarsi al calcio italiano, principalmente nel suo ruolo di terzino sinistro. Credo che per adattarsi meglio, all’inizio dovrebbe giocare un po’ più alto, come esterno. Potremmo paragonarlo a Carlos Augusto che è arrivato all’Inter dopo l’esperienza al Monza. Sono profili differenti, ma Carlos si è adattato molto facilmente proprio partendo da quel ruolo. Col tempo, ha la capacità di adattarsi.
Quindi il modulo della Roma, dove farebbe il quinto a sinistra, sarebbe l’ideale?
Una caratteristica chiave dei laterali brasiliani è quella offensiva. Per questo credo che il modulo della Roma gli consentirebbe di adattarsi meglio nel ruolo di quinto a sinistra. In Italia in un primo momento credo che sia meno facile adattarsi in una linea di difesa a quattro. Giocare come quinto sarebbe sicuramente più facile.
L’ha sentito di recente?
Non parlo con lui da un po’ di tempo. Da quando è andato al Vasco non l’ho più sentito. Ho un grande affetto e rispetto per lui. Mi ricordo che quando ha segnato su punizione al Corinthians, l’ho chiamato perché gli dicevo sempre che era un fondamentale su cui doveva lavorare perché aveva del potenziale.
Tiago Nunes: “Ho avuto la fortuna di allenare Bruno Guimaraes e Lodi, vorrei l’Europa”
Nel 2018, Nunes ha vinto la Copa Sudamericana con l’Athletico Paranaense, allenando anche grandi giocatori come Bruno Guimaraes e Renan Lodi. “Ho avuto la fortuna di lavorare con giocatori di grande livello e potenzialità, come Bruno Guimaraes e Renan Lodi, ma anche con altri due o tre calciatori che stanno facendo bene in Europa o in Sudamerica. Questo succede a tutti gli allenatori che hanno lavorato anche a livello giovanile, di cantera. Nella mia carriera ho anche dovuto usare la pazienza con i giocatori giovani, saper valutare al meglio il valore individuale dei calciatori e prevedere il loro potenziale. Ho avuto la fortuna di lavorare con questi giocatori. Quando ci siamo incontrati, erano ancora in un processo di crescita, non erano ancora pronti al 100%, ma già mi immaginavo che potessero arrivare a questi livelli. Non soltanto per le loro caratteristiche individuali e tecniche, ma per la loro mentalità e la capacità di capire il gioco. Loro hanno sempre dimostrato di avere un carattere forte, la capacità di giocare bene anche sotto pressione”.
Come procede la tua prima esperienza fuori dal Brasile in Perù? Cosa sogni per il futuro?
Sono davvero felice in Perù. Sono un allenatore brasiliano che negli ultimi venti anni ha studiato molto il calcio, anche la scuola italiana, perché stimo molto Sacchi, Ancelotti, Conte. Sono allenatori che per me sono un riferimento. Mi sto preparando per arrivare in Europa a medio-lungo tempo. Avevo bisogno di uscire dal Brasile, anche se in Perù non c’è un calcio riconosciuto a livello internazionale. Però mi aiuta soprattutto ad adattarmi a una nuova lingua e ad avere esperienza fuori dal Brasile, non solo a livello calcistico, ma anche per la parte umana, culturale e sociale. Questa esperienza è molto buona. Già ho ricevuto dei contatti per la prossima stagione, sia per rimanere qui nel Cristal, sia da altre squadre in Sudamerica. Il mio piano è quello di arrivare in Europa a medio-lungo tempo.