José Mourinho torna a ricostruire la finale di Europa League di Budapest. Il tecnico della Roma regala nuovi retroscena che coinvolgono Taylor e la UEFA, nuovo appello ai Friedkin.
Lo Special One si racconta in un’intervista fiume, concessa al direttore del ‘Corriere dello Sport’, Ivan Zazzaroni. Tanti i temi toccati da José Mourinho, dal rapporto con Friedkin e Pinto ai ritardi di mercato e l’importanza di Paulo Dybala. Il tecnico portoghese torna anche a ricostruire quanto successo a Budapest, nella finale di Europa League persa ai calci di rigore contro il Siviglia. Nuovi retroscena sulla notte del 31 maggio, che coinvolgono il direttore di gara Anthony Taylor e la UEFA. E spunta l’ennesimo appello alla proprietà Friedkin.
José Mourinho torna indietro di oltre due mesi, alla notte del 31 maggio scorso. La finale di Europa League che ha visto il Siviglia avere la meglio sulla Roma ai calci di rigore ha lasciato una lunga coda di polemiche per l’arbitraggio dell’inglese Anthony Taylor. Ciò che è successo nel post partita ha portato la UEFA a sanzionare con una maxi squalifica lo Special One. Ed è lo stesso tecnico della Roma a ricostruire i fatti di Budapest, regalando nuovi retroscena sulla finale di Europa League. Ecco cosa è successo nel garage: “Sono andato da Rosetti e gli ho detto: “Arbitro, è rigore o non è rigore?“. Rosetti ha fatto quello che di solito fanno gli arbitri, non mi ha risposto. Ho ripetute la domanda a Webb, lui mi ha messo la mano sulla spalla e ha detto ‘José, sì, è rigore.”
Roma, Mourinho ricostruisce i fatti di Budapest: l’arbitro Taylor e il retroscena UEFA
Mourinho parla poi del comportamento del direttore di gara: “Se Taylor o qualcuno al posto suo, dopo la partita fosse venuto da noi, nello spogliatoio del pianto, e avesse detto “ho sbagliato, abbiamo sbagliato, mi dispiace”, non solo sarebbe finita li, ma lui avrebbe avuto il nostro rispetto. e la nostra ammirazione.” Con toni distensivi poi lo Special One giudica Taylor: “Mi sembra un uomo perbene, io non ho mai messo in dubbio la sua onestà.”
Sulla tensione in aeroporto tra tifosi della Roma e direttore di gara: “Il giorno dopo è successo l’episodio dell’aeroporto, ma io non ho nulla a che vedere con quell’incidente. È stata la reazione di un gruppo tifosi, io non c’entro affatto.” Il retroscena che coinvolge direttamente la UEFA: “Due giorni dopo mi è arrivato un messaggio da un mio amico Uefa: “Ti consiglio di censurare pubblicamente il comportamento dei tifosi della Roma all’aeroporto, te lo dico perché ti sono amico”. La mia risposta è stata: “Se l’Uefa o Taylor chiedono scusa ai tifosi della Roma, io critico il comportamento dei tifosi all’aeroporto e chiedo scusa”.
Infine l’appello alla società giallorossa ed una promessa ai tifosi: “Sono andato dal club e ho detto: “Da oggi e fino all’uscita della sanzione già pronta, sarò io il focus di un arbitraggio triste e di un comportamento triste dei tifosi all’aeroporto, oltre al mio atteggiamento nel garage. Però adesso ho bisogno di sostegno e di una comunicazione forte.” Per i tifosi romanisti: “Se Budapest è stato un sogno, noi adesso ne coltiviamo un altro, Dublino, e affronteremo la competizione per arrivare fino a là”