Roma, sentenza ufficiale e risarcimento per De Rossi dopo la causa per diffamazione. Ecco cosa è successo.
In una fase dominata dall’importanza dei media e, in particolar modo, di giornali e radio in città calcisticamente maniacali come Roma, genera rumore la recente vicenda legata a Daniele De Rossi, in grado di confermare lo spessore e la grandezza dello storico numero 16 giallorosso, al centro di una vicenda iniziata nel 2019 e conclusasi solamente nel corso di questi giorni, con una chiosa che ha dimostrato per l’ennesima volta come la verità riesca sempre ad emergere nettamente.
Il riferimento è alla causa avanzata dall’emblematico capitano romano e romanista dopo l’articolo pubblicato da “La Repubblica” il 30 maggio 2019 e intitolato “La rivolta di De Rossi e dei tre senatori contro Totti”. Il contenuto della pubblicazione, sottotitolata “Una stagione buia, il licenziamento dell’allenatore Di Francesco e il misterioso addio al capitano: ecco cosa è successo davvero” aveva generato l’immediata reazione di De Rossi.
Quest’ultimo risultava protagonista di una contestazione all’interno del club, in grado di generare e sollevare importantissime polemiche per le illazioni e le implicazioni che la notizia sottintendeva. La notizia delle penne Bonini-Mensurati era stata prontamente definita “complottista, totalmente falsa, diffamatoria e lesiva dell’onore e della reputazione” da parte del centrocampista.
L’intervento di De Rossi fu immediato e basato sulla richiesta di scuse e rettifica immediate, mai accolte dal giornale. Donde, la scelta di affidarsi all’avvocato Antonio Conte e al suo studio legale, ai quali il Tribunale di Roma ha in data 16 maggio 2023 assegnato la ragione all’ex giocatore.
La sentenza ha imposto il risarcimento di danni di 27mila euro più il pagamento di circa 9000 euro per le spese legali. Una decisione emblematica e che evidenzia ulteriormente non solo l’infondatezza della notizia ma anche lo spessore umano di Daniele De Rossi che ha prontamente devoluto la cifra all’ospedale Bambin Gesù. Una scelta emblematica al termine di una storia “falsa” che aveva “profondamente ferito” Daniele che ha sottolineato quanto segue.
“Si è dimostrato che quelle ricostruzioni infamanti che mi avevano profondamente ferito e amareggiato, erano totalmente false. Nessuno mi restituirà la serenità che ho perso in quel periodo, quando sono stato accusato di comportamenti lontani anni luce dalla mia storia umana e professionale. L’unica mia consolazione è che a beneficiare del risultato di questa causa sarà il reparto oncologico del Bambin Gesù”.
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