Penalizzazione ufficiale: 8 punti e blocco del mercato

Penalizzazione ufficiale, 8 punti e club in vendita. Il rischio fallimento però c’è anche. Ecco quello che sta succedendo in questo caso in Inghilterra

Non solo in Italia ci sono dei problemi per quanto riguarda alcune società che non se la passano bene sotto l’aspetto economico. La crisi sta colpendo anche in Inghilterra, e precisamente il Wigan, che oltre ad essere retrocesso è in vendita. E anche per la prossima stagione, così come riporta la BBC, inizierà con una penalizzazione.

Penalizzazione ufficiale: 8 punti e blocco del mercato
Per il Wigan il momento è davvero nero (AnsaFoto) – Asromalive.it

Il club infatti in ben cinque circostanze non sarebbe riuscito a pagare gli stipendi e per questo si è preso un meno 3 in classifica che ha portato all’addio della categoria. Adesso però le cose non sono per niente migliorate tant’è che oltre alla possibile cessione del club – con alcune situazioni che già ci sono – il prossimo anno si partirà con un altro meno in classifica. E, inoltre, con un blocco totale del mercato.

Penalizzazione ufficiale per il Wigan: anche il blocco del mercato

E questa volta si parla di 8 punti, mica pochi per una squadra. Per qualunque squadra, immaginiamo per una che è in difficoltà già di suo e che sicuramente farà tanta ma tanta fatica a ripartire. Se mai ci riuscirà ovviamente, visto che per ora non si parla di fallimento, ma è una cosa che questa che, guardando quello che sta succedendo, è assolutamente da prendere in considerazione.

Penalizzazione ufficiale: 8 punti e blocco del mercato
Per il Wigan il momento è davvero nero (AnsaFoto) – Asromalive.it

Anche in Italia come vi abbiamo raccontato ieri, c’è un rischio per la Reggina del presidente Saladini, che oggi è davanti al Tribunale e che si deve guardare inoltre anche dal Brescia, che ha chiesto la retrocessione per via di alcune irregolarità che ci sarebbero state nel momento in cui è stata presentata la ristrutturazione del debito. Insomma, tutto il Mondo è Paese verrebbe da dire. E ci sarebbe da scherzare forse se nel mezzo non ci fossero anche delle persone, dei dipendenti, normali, che con lo stipendio ci vivono e fanno vivere le proprie famiglie.

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