Roma, il diesse del Siviglia ed ex giallorosso Monchi ha spiegato i suoi anni nella Capitale. E anche il retroscena su Totti. Ecco quello che ha detto
L’incrocio di mercoledì contro il Siviglia non è solamente contro la squadra che ha un abbonamento particolare con questa manifestazione, ma è anche l’incrocio con Monchi, ex direttore sportivo della Roma, dal 2017 al 2019 nella Capitale, che di certo un buon ricordo non lo ha lasciato. Sì, lui ha dovuto gestire situazioni delicate, con cessioni importanti e con una squadra che da un anno all’altro è stata rivoluzionata. Ma con Pallotta, ex proprietario, che lo ha anche accusato pubblicamente, non ha nessun problema.
“A Pallotta sarò sempre grato per averti portato alla Roma – ha detto Monchi al Corriere dello Sport – che è un club più grande di quanto viene percepito da fuori” ha sottolineato. Poi, nella chiacchierata, si entra nel dettaglio di quello che è stato il suo addio. Le dimissioni sono arrivate dopo la sconfitta di Champions contro il Porto: “Avevo un piano C e un piano D. Il punto è che per me Eusebio meritava di finire la stagione visto che veniva dall’impresa contro il Barcellona e aveva accettato le cessioni della società. Comunque non fu solo lui il motivo delle mie dimissioni, non c’era più sintonia”.
Monchi è stato quello che ha dovuto comunicare a Totti, praticamente, che avrebbe smesso col calcio giocato. Un compito non semplice. Uno di quelli che ti segnano, in una città come Roma e con un giocatore come Francesco: “Non sono stato io ad azionare la ghigliottina e con lui si creò subito un ottimo rapporto. Ancora oggi ci sentiamo”.
Infine, Monchi, fa un passaggio su sugli errori che non rifarebbe: “Mi è mancata la qualità, ma non l’onestà” ha chiuso Monchi, che col Siviglia, gode di un credito enorme per quello che è riuscito a dare nel corso di questi anni. A Roma tutto questo tempo non lo ha avuto.
Monchi ha anche parlato a calciomercato.it, dove a specifica domanda su cosa pensa di aver fatto realmente bene in giallorosso ha risposto in questo modo: ““Non mi piace dire cosa ho fatto bene, la cosa importante è poter dire che ho lavorato con la più grande onestà possibile, è quello che mi fa dormire sereno la notte. Ci sono stati due momenti: la prima stagione è andato tutto benissimo, la seconda è stata peggiore. Nella prima stagione abbiamo vissuto momenti stupendi, quando andavo per strada, al ristorante, in trasferta a Barcellona, col Liverpool, la notte col Barça nella quale trovai tanti tifosi ad aspettarmi a casa per festeggiare… Sono momenti che porto nel cuore”.
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